Gildo Motroni Deledda

a cura di Antonello Bazzu

Gildo Motroni Deledda, poeta e giornalista (Sassari 1895, ivi 1966). A Sassari studia e si diploma in ragioneria, iscrivendosi poi in Economia a Venezia. Fin da giovane entra a far parte del circolo cattolico “Silvio Pellico”, nelle cui file resterà a lungo, formandosi a quell’impegno di testimonianza cristiana che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita, dai gruppi di Azione cattolica all’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Sant’Andria, di cui fu per decenni priore. È proprio nella “Silvio Pellico” che stringe amicizia duratura con Remo Branca, con il quale instaura un sodalizio profondo di collaborazione sociale e artistica che dura sino alla fine, e li vede uniti nel partecipare “con cuore e con convinzione” alle battaglie del nuovo secolo. Tra il 1918 e il 1919, a Genova per lavoro, è tra i soci fondatori della sede centrale della “Giovane Sardegna”, federazione tra sardi in Liguria voluta da tutte le associazioni dei sardi presenti nei Comitati Riuniti Pro Brigata Sassari”, ed è promotore di molte sezioni periferiche tra le quali quella di Sestri Ponente di cui sarà presidente. Svolge in questi anni un’intensa attività di promozione, di sottoscrizione e di raccolta fondi: in quest’opera coinvolge ancora una volta l’amico Remo Branca che offrirà un suo disegno originale per una cartolina pro Brigata Sassari, stampata in seimila copie. Rientrato a Sassari, dove lavora prima al Credito Italiano, poi all’INPS, prosegue la mai interrotta collaborazione con i giornali locali, “l’Isola”, “La Nuova Sardegna”, il settimanale cattolico “Libertà!”, e collabora ai primi numeri del settimanale “Riscossa Popolare”, organo locale del neonato Partito Popolare Italiano. Pubblica anche su periodici nazionali come “Il Nostro Alfiere”, edito a Milano, e “Il giornalino della Domenica”, la rivista di Vamba. Nel 1922 l’arcivescovo Cleto Cassani, nel tentativo di tirarne su le sorti, che non erano evidentemente rosee, affida a Gildo Motroni e a Remo Branca la conduzione di “Libertà!”, che stampava allora meno di quattrocento copie. “Gildo – scrive Remo Branca dopo la sua morte – accettò di essere l’amministratore (senza stipendio, perché allora quello era il costume), dei debiti di quei quattrocento fogli. Amministro quello che non c’era con tale coraggio, pazienza e abilità che un bel giorno, (erano passati mi pare due anni), mi poté dire che il giornale mi dava un premio di cento lire”. Difficile rendere conto della sua attività di scrittore, attività che spazia dalla poesia in italiano e in sassarese all’attualità, dalle ricerche sulle tradizioni popolari a quelle sul dialetto sassarese: proprio il dialetto e il modo di scriverlo lo vedono impegnato alla fine degli anni quaranta in una lunga polemica con Salvator Ruju, Battista Ardau Cannas, Salvatore Diego Sassu e altri. Motroni che si firmava preferibilmente con il trasparente pseudonimo di Montior, ha lasciato un robusto quaderno di versi inediti che da soli sono un monumento all’anima della “sassaresità”. che è altra cosa dalla “sassareseria” perché questa ha come suo nucleo duro il gusto della cionfra e dello sberleffo, quella invece recupera il gusto delle cose semplici e naturali che è stato proprio dei sassaresi (anche di quelli di città), attraverso i secoli.

  1. Giubintura
  2. La faradda di li candareri
  3. L'immusgi sassaresi
  4. Lu grigliureddu
  5. Lu mundadori
  6. Lu zappadori
  7. Mariedda
  8. Rissignoru
  9. Sienda
  10. Signora Firumena

CONTOS

COSTANTINO LONGU    FRANCESCHINO SATTA   POESIE IN LINGUA ITALIANA

Elenco Poeti

INDICE  A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U W X Y V Z