Giuseppe Calvia

Giuseppe Calvia è nato il 31 luglio 1866 a Mores, comune della provincia di Sassari nella regione storica del Monte Acuto; il centro, attualmente con meno di duemila abitanti, è adagiato su un terrazzamento del monte Lachesos e da cui lo stesso intellettuale ereditò il distintivo nome d'arte Lachesinu. Su questa particolare figura locale di poeta bilingue, cultore di storia e tradizioni, studioso di archeologia e valente numismatico, si sta concentrando l'attenzione di Amministrazione Comunale e Associazioni per rilanciare e promuovere il territorio in un attivo contrasto dello spopolamento. Diversi i progetti, avviati da volenterosi giovani del paese, e legati al programma Corpo Europeo di Solidarietà.

Giuseppe Calvia, figlio del facoltoso agricoltore Luigi e di Maria Giuseppa Secchi di Nughedu San Nicolò, frequentò le scuole elementare del suo paese e, con il proseguo degli studi, conseguì la maturità nel prestigioso Liceo “Azuni” di Sassari con l'attestato di “licenza d'onore”.

Trasferitosi a Roma per gli studi universitari fu allievo di Antonio Labriola e Angelo De Gubernatis. E proprio nella Città Eterna coltivò le amicizie con i sardi Luigi Falchi, Paolo Orano e Antioco Zucca; affinò la sua formazione politica-culturale e perfezionò le sue molteplici collaborazioni pubblicistiche con diverse riviste e il quotidiano La Nuova Sardegna. L'eclettico studioso di Mores era particolarmente esperto di folclore, tradizioni, leggende e canti della Sardegna e del Logudoro; produsse numerose opere e studi che tutt'oggi rappresentano un ricco patrimonio di documentate e puntuali memorie.

Il suo attivismo e impegno politico si caratterizzò concretamente con la militanza Garibaldina-Repubblicana (fondò e diresse la rivista “Caprera”) ed infine confluire nel nascente Partito Socialista, dove lo rappresentò anche nel consiglio provinciale di Sassari da eletto del Mandamento XVII di Mores-Ozieri. Nel 1897, da “Soldato Capitano”, partecipò e si distinse nella guerra greco-turca.

Attenzione particolare dedicò alla poesia, sia in sardo che in italiano, e con il sacerdote Efisio Soletta curò la pagina poetica della rivista “Sardegna”. Organizzatore di concorsi poetici, vincitore lui stesso di prestigiosi premi letterari, scrisse numerosi componimenti in limba di carattere religioso, identitario, politico, sentimentale e di partecipazione alle idealità e valori militari. Scompare a Mores il 15 marzo 1943. (C.P.)

  1. A-E-I-O-U
  2. A Franziscu Zuseppe Imparadore
  3. A Ignaziu Sanna
  4. Alla eroica Brigata Sassari
  5. Al capitano Cossu
  6. Al maresciallo Lutzu
  7. A unu gherreri sardu
  8. Croce o mezzaluna
  9. Eroi di Mores
  10. Inno alla guerra
  11. Per Gorizia

CONTOS

COSTANTINO LONGU    FRANCESCHINO SATTA    POESIE IN LINGUA ITALIANA

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