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            Araolla: cantore in logudorese dei protomartiri turritani 
          Figura 
            unica di intellettuale (fu autore in limba sarda, in italiano e spagnolo) 
            e di religioso è quella del sassarese Gerolamo Araolla, vissuto 
            nel XVI secolo e presumibilmente scomparso a Roma prima del 1615. 
            Le scarse notizie biografiche pervenute su Araolla, compensate però 
            da una ricca ed interessante produzione poetica, ci dicono della sua 
            appartenenza ad una illustre famiglia, di studi in lettere, filosofia 
            e laurea in diritto all’Università di Pisa o, secondo 
            il dizionario biografico Treccani, a Bologna. Successiva alla laurea 
            la decisione di prendere i voti religiosi, divenendo canonico del 
            Capitolo di Bosa intorno al 1569. Autore colto, coltivò il 
            trilinguismo che a quei tempi caratterizzava la Sardegna. La sua opera 
            più nota è il poema logudorese, in ottava rima, intitolato 
            “Sa vida, su martiriu et sa morte dessos gloriosos martires 
            Gavinu, Brothu et Januariu”. L’opera, di oltre duemila 
            versi, è pubblicata a Cagliari nel 1582 ed attinge a quella 
            scritta precedentemente da Antonio Cano, con un più ricco ed 
            ampio “adattamento” del materiale leggendario e popolare 
            sulla vita dei martiri turritani; il poema ebbe ampia diffusione attraverso 
            il clero dei villaggi, che lo divulgò come sussidio pastorale. 
             
            I santi cristiani Gavino, Proto e Gianuario furono martirizzati a 
            Porto Torres nel IV secolo e sono i protomartiri dell’Arcidiocesi 
            Turritana. Il culto di Gavino martire, oltre che in Sardegna, è 
            diffuso in Corsica, in Toscana e in Campania. San Gavino è 
            solennemente onorato e particolarmente festeggiato nei centri sardi 
            di Aidomaggiore, Bancali (Sassari), Elini, Esporlatu, Gavoi, Illorai, 
            Monti, Muros, Oniferi, Porto Torres e San Gavino Monreale. Il profondo 
            culto dei sardi per Gavino ha portato ad identificare l’intero 
            mese di Ottobre, riconosciuto mese del martirio del santo, come Santu 
            Aini.(CristoforoPuddu)  
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