Angelino Frau

Angelino Frau nasce a Bortigali il 17 aprile 1922. Figlio unico di Anna Maria, una donna nubile, è rimasto orfano all’età di due anni ed è stato allevato dalla coppia alla quale la madre lo affidò prima di morire.
Dopo aver conseguito la licenza elementare e aiutato il padre in campagna, si arruolò nel maggio del 1941 nell’Arma dei Carabinieri, partecipando in seguito alla guerra e combattendo anche in Russia.
Dopo l’armistizio del 1943 raggiunse l’Esercito di Liberazione Nazionale e combattè da Alpino e Partigiano. Alla smobilitazione partigiana rientrò in Sardegna, rimanendo a Cagliari presso la Legione dei Carabinieri fino all’ottobre del 1945, quando si congedò.
Tornato in paese lavorò per l’ERLAAS e fondò con altre tre persone la società bortigalese SFMS - Panificio e Mulino - di cui fu anche amministratore. Ricoprì inoltre le cariche di presidente della Sezione Comunale dell’Ente Nazionale Assistenza Lavoratori e della Sezione Comunale Combattenti e Reduci.
Nel 1953 si sposò con Luigia Idili. Dopo tante difficoltà nel trovare lavoro e una sistemazione per la famiglia (erano già nati due figli), nel 1956 decise di emigrare in Francia, a Forbach in Lorena.
Da quell’anno lavorò nelle miniere di carbone delle HBL di Petite-Rosselle, svolgendo contemporaneamente attività di corrispondente consolare presso il Consolato Italiano di Metz.
Morì, per un incidente stradale, l’11 ottobre del 1959, alla giovane età di 37 anni. Lasciò la moglie con quattro figli.
Angelino era legatissimo alla sua terra e amava il suo paese, con le sue tradizioni, usanze, leggende. Amava la natura con i suoi paesaggi grandiosi, i colori e i profumi della macchia mediterranea.
Amava le sue lingue, il sardo e l’italiano, tanto da non poter fare a meno di scriverle, in poesia e in prosa.
Poeta e giornalista, collaborò con diverse riviste e giornali, pubblicando poesie e articoli, sia in Italia che in Francia e corrispondendo con editori, giornalisti e anche qualche scrittore.
Autodidatta, ha lavorato le lingue come si fa con la terra, e le ha curate cercando di rimuovere quelle pietre che ostacolano lo sviluppo. Si è impegnato nello studio della grammatica, nella scelta dei vocaboli, nella ricerca dello stile e nella poesia sarda in particolare, ha sperimentato le diverse forme strutturali del componimento (terzina, quartina, ottava, sonetto, moda e via dicendo).
Nella scrittura, la poesia è stata la forma a lui più congeniale e “... una passione, una grande passione... feconda fonte di delizie spirituali”, come scrisse al direttore di una rivista.
Per lui ogni occasione era buona per scrivere, per esprimere il suo pensiero, i sentimenti, i valori, gli amori, ma anche, e forse soprattutto, le sue ferite. Ferite che si è portato dentro dalla nascita, per tutta la vita: “s’orfania”, la mancanza della madre, l’abbandono, la solitudine, il mal... essere. Lui ha sofferto molto per non essere stato
riconosciuto dal padre alla nascita, per essere rimasto orfano anche di madre e per non essere stato adottato legalmente
dai genitori che lo hanno cresciuto. In numerose sue poesie pubblicate anche su riviste della Sardegna, come “S’ischiglia”, si firmava infatti come Angelino Serra, cognome che poi abbandonò per riprendere definitivamente quello materno.
Grazie ai figli, fedeli custodi delle sue poesie, e al Comune di Bortigali, nel 2013 viene pubblicata una raccolta delle sue opere in lingua sarda dal titolo “Poesias” (Aipsa Edizioni).
Si riportano qui di seguito alcune poesie facenti parte della suddetta raccolta.
(da A pes de Santu Padre - 2015)

  1. A Mamma
  2. Dia cherrer bolare
  3. Mudas feridas

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COSTANTINO LONGU    FRANCESCHINO SATTA    POESIE IN LINGUA ITALIANA

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