Giorgio Pinna

 

Giorgio Pinna (Pozzomaggiore 2.2.1902 – 15.01.1970) è stato uno dei grandi interpreti sardi della poesia del Novecento; con vena feconda cantò un percorso umano ed esistenziale che tutt'ora, per valenza di arte e sentimento, richiama l'attualità ai suoi valori e alla scoperta dell'universo poetico di un uomo che coltivò “le continue manifestazioni dell'animo”.
Visse da uomo e poeta stimato e conosciuto in Logudoro fin dagli anni Trenta, periodo in cui pubblicò le due opere “Diana, ossiat sa littera perdida” e “Sa vida umana – Avventuras de unu giovanu”, apprezzate diffusamente come dei romanzi in rima e stampati dall'editore Giov. Maria Fara di Pozzamaggiore. A rendere giustizia a un grande autore, con tante opere inedite, sarà in seguito la pubblicazione postuma dei due volumi “Cantigos de ajania”, curati da Tore Tedde e voluti fortemente dal figlio Antonio Maria, per i tipi delle Edizioni 3T di Cagliari e inseriti nella Collana Poeti Sardi, sul finire degli anni Settanta.
Frequentò il ciclo dei sei anni di scuola elementare e subito, sorte dei più in quei decenni di inizio secolo, avviato ai lavori della campagna, che sempre amò e coltivò con l'attività di agricoltore e di vignaiolo, anche quando creò “una florida azienda vinicola” e di commercializzazione. Arricchì la sua naturale e innata vena poetica con la lettura e studio dei classici autori sardi; si appassionò per Pisurzi, Cubeddu, Murenu, Mossa ed ebbe una grande attenzione e stima per la poetica del desulese Antioco Casula Montanaru. Molteplici gli argomenti trattati liricamente da Giorgio Pinna: vanno dall'estremo culto per la cultura tradizionale allo spassionato rispetto-amore per la natura e il lavoro agricolo.
A Giorgio Pinna (a cui è stato intitolato un prestigioso e qualificato premio letterario) bisogna riconoscere che impiegò la limba sarda con profonda competenza, amore e senso di alta poesia, riuscendo a creare quella identità su cui basare e fondare il rapporto con la propria terra; dimostrò che la limba, fondendosi in poesia, è il capitale vero ed unico della memoria collettiva di un popolo e della sua storia nel segno delle tradizioni, della cultura e per identità di sentimenti. (C.P.)
 
  1. A un'alvure
  2. Sardigna mia

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