La Notizia////////////
///////////di Paolo Pulina

 Salvatore Carta con i pronipoti Madesani Deledda

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Successo a Monza del convegno su Grazia Deledda organizzato dal Circolo “Sardegna” per i 100 anni di “Canne al vento"

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Nella mattina di domenica 17 marzo, a Monza, presso la Sala della Cultura della Casa del Volontariato, il Circolo culturale “Sardegna” di Monza - Concorezzo -Vimercate, con il patrocinio della Provincia di Monza e della Brianza, del Comune di Monza-Assessorato alle Politiche Culturali, della Regione Sardegna-Assessorato al Lavoro e della FASI, ha organizzato un convegno internazionale sul tema: “Grazia Deledda a cento anni da ‘Canne al vento’” , nell’ambito del Progetto approvato dalla Provincia di Monza e della Brianza: “GRAZIA DELEDDA, UN PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA, DALLA SARDEGNA ALLA LOMBARDIA”.
Salvatore Carta, infaticabile presidente del Circolo “Sardegna”, nel presentare questa ennesima iniziativa culturale in omaggio alla grande scrittrice sarda ha ricordato la motivazione del Nobel (“Per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata Isola natale e che, con profondità e con calore, tratta problemi di generale interesse umano”) ma ha anche rammentato che la Deledda, sposando Palmiro Madesani di Viadana (MN), ha vissuto anche in Lombardia; che fu amica di don Primo Mazzolari, parroco di Viadana; e che i pronipoti di Grazia Deledda abitano da decenni a Monza (alcuni erano presenti al convegno).
Nel suo intervento introduttivo, Carta ha ribadito che il convegno è stato programmato anche per chiedere che Grazia Deledda, unica donna italiana Premio Nobel per la Letteratura, sia reinserita nei libri di testo italiani, come previsto dalla risoluzione n. 7.01066 del 19 dicembre 2012, approvata all’unanimità dalla Commissione Cultura della Camera dei deputati.
Carta ha letto un messaggio del presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, nel quale tra l’altro è detto: «La Deledda è la nostra donna di cultura per eccellenza. Fa parte del nostro patrimonio dell’emozione, della commozione, delle suggestioni e degli incanti. La sua letteratura definisce l’ambito esclusivo della fruizione inteso come un’esperienza irripetibile, unica che appartiene a ogni singola persona».
Francesca dell’Aquila, Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Monza (che ha portato i saluti del Sindaco di Monza Roberto Scanagatti), e Giuliana Colombo, Assessore all’Istruzione e Politiche Sociali della Provincia di Monza e della Brianza (che ha portato i saluti del Presidente della Provincia di Monza e della Brianza Dario Allevi), hanno sottolineato che Grazia Deledda è una figura simbolo per quanto riguarda la possibilità di emancipazione delle donne e la loro realizzazione nella vita professionale. I due assessori hanno messo in evidenza che ancora oggi, come risulta da ricerche dell’Unione Europea, le donne rappresentano, rispetto ai maschi, una percentuale molto bassa tra le persone che hanno un’occupazione e che spesso sono assenti dai massimi livelli direzionali. Se l’assessore Dell’Aquila ha definito la Deledda una grande sarda, espressione di un grande popolo, che ha imposto la sua sensibilità, la sua personalità; l’assessore Colombo ha citato una grande lombarda come Teodolinda (principessa bavara di fede cattolica andata in sposa nel maggio del 589 ad Autari, re dei Longobardi, e dopo la sua morte nel settembre del 590, al duca di Torino, Agilulfo, chiamato a succedergli sul trono) alla cui figura sono strettamente legate le origini del Duomo di Monza.
L’ex assessore alla cultura del Comune di Monza Alfonso Di Lio, nativo della Sicilia, ha citato la sua conoscenza del pronipote Alessandro Madesani Deledda (nato nel 1939 da un figlio di Grazia), custode delle memorie di famiglia, e la sua conoscenza di un nipote di quest’ultimo residente a Monza. Da siciliano, ammiratore dell’opera del conterraneo Luigi Pirandello (anche lui insignito del Premio Nobel ma dopo la Deledda), Di Lio ha riconosciuto la grandezza della Deledda.
Chi scrive (Paolo Pulina) ha riferito che molte sono state negli ultimi anni le iniziative dei Circoli dei sardi emigrati della FASI in onore della eccellenza letteraria sarda che risponde al nome di Grazia Deledda ma che la più lunga fedeltà alle tematiche deleddiane la ha dimostrata il Circolo “Sardegna” di Monza-Concorezzo-Vimercate. Personalmente mi sono perciò augurato che questa ininterrotta fioritura di incontri produca un bel volume di Atti riassuntivi.
Anche Francesco Dettori, docente di Letteratura Italiana negli Istituti scolastici superiori, ha espresso un augurio: che nel percorso curricolare di narrativa italiana fra Otto e Novecento venga reinserita l’opera della scrittrice sarda. Ha citato un esperimento nella sua scuola in cui produttivamente si è potuto verificare che gli allievi, adeguatamente coinvolti e motivati, non sono insensibili al fascino della scrittura della Deledda. Dettori ha poi indicato nella metafora del “viaggio” – come ricerca permanente di un’altra (superiore) condizione – la chiave interpretativa della poetica di un romanzo come “Canne al vento” e non solo di esso.
Neria De Giovanni, studiosa inesausta di Grazia Deledda (sulla cui figura e opera ha scritto 12 libri), presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari, già Presidente del Parco Letterario dedicato alla Deledda, ha sottolineato come la grande donna sarda e le altre nove scrittrici Premio Nobel hanno sfatato il pregiudizio maschilista che le donne scrivono solo per il “ghetto” delle donne. Ha motivato, per cause di forza maggiore, l’assenza del sindaco (Renzo Soro) e dell’assessore al turismo (Giovanni Santo Porcu) di Galtellì (Nuoro), la Galte di “Canne al vento”; e a questo proposito ha presentato il suo ultimo volume “deleddiano” “Il cammino di Efix tra i luoghi di ‘Canne al vento’”, che vuole accompagnare il lettore-turista culturale nella emozionante “passeggiata letteraria” alla scoperta dei punti reali del paesaggio di Galtellì e dintorni che hanno ispirato quelle che oggi si chiamano le “location” delle pagine della Deledda.
Stefan Damian, scrittore rumeno, docente ordinario di letteratura italiana all'Università di Cluj-Napoca (terza città della Romania) e Segretario Generale dell'Associazione Internazionale dei Critici Letterari, traduttore in rumeno di due romanzi della Deledda, ha informato sulla buona accoglienza che ha sempre avuto in Romania la letteratura italiana. Ha riferito che l’edizione in romeno di “Canne al vento” ha venduto oltre 60 mila copie. Ha citato uno scrittore italiano dell’Otto-Novecento che apprezzava la Deledda: Federigo Tozzi (Siena, 1883 – Roma, 1920).
Pier Franco Bruni, responsabile del Progetto “Letteratura ed Etnie” del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Vice Presidente Nazionale Sindacato Libero Scrittori, ha detto che è necessario ricordare che la cultura sarda cui dà visibilità Grazia Deledda si comprende meglio se inserita nel contesto della generale cultura mediterranea. La Deledda conferma che la letteratura non può identificarsi esclusivamente con i processi razionalistici. Ha scritto Bruni: « “Canne al Vento” è un romanzo che ha segnato un viaggio tra le metafore e l'isola. In quasi tutti i romanzi della Deledda l'incontro tra il vento e l'amore e il luogo assume una forma emblematica. L'amore e la passione sono appunto segni di attraversamento che si congiungono però con la memoria. Il romanzo (tutta l'opera narrativa) della Deledda è “costruito” sulla memoria. La morte come sentiero misterioso. Si pensi a “Elias Portolu” del 1903. Si pensi alle straordinarie pagine de “Il paese del vento” del 1931».
Antonetta Carrabs (Presidente Associazione Culturale Umanitaria Zeroconfini Onlus – Monza; fondatore e direttore del Premio letterario intitolato alla poetessa lucana Isabella Morra, 1520-1546) ha arricchito l’incontro con una breve performance in cui ha recitato una intervista immaginaria con Grazia Deledda realizzata da Cristina Farneti per “Finzioni Magazine” (Progetto di lettura creativa:
http://www.finzionimagazine.it/libri/the-godmother/grazia-deledda/ ).
Per ragioni di salute, o per concomitanti impegni istituzionali, non hanno potuto prendere parte al convegno monzese Dolores Turchi (studiosa sarda), l’on. Marco Rossi Doria, Sottosegretario del Ministero dei Beni Culturali, Università e Ricerca e la parlamentare della Brianza, on. Elena Centemero, Responsabile Scuola PDL, autrice della Risoluzione n. 7.01066 del 19 dicembre 2012 pro “Grazia Deledda nelle Scuole”. La Risoluzione è stata approvata unitariamente da tutta la Commissione Cultura della Camera ed impegna il Governo “ad individuare iniziative per far conoscere su scala nazionale e per far studiare nelle scuole di tutti gli ordini e di tutti i gradi la figura e la straordinaria opera di Grazia Deledda per il suo importante contributo culturale e a individuare per il 2013 modalità di celebrazione dell'autrice sarda e dell'opera ‘Canne al vento’, di cui ricorre il centenario dalla pubblicazione”.
Il Convegno deleddiano di Monza chiede anche al nuovo Governo e a tutte le istituzioni e ai parlamentari sardi e lombardi di operare affinché questa Risoluzione venga applicata e non resti vano il lavoro svolto dal mondo della cultura per onorare la memoria di Grazia Deledda, unica donna italiana di fama internazionale, insignita del Premio Nobel per la Letteratura 1926.
A conclusione del partecipato convegno il Circolo “Sardegna” ha donato a tutti i relatori ed agli assessori una pergamena della benemerenza e una copia del citato ultimo libro di Neria De Giovanni “Il cammino di Efix” e un cofanetto con due CD della Sardegna e di tutti i lavori del Progetto su Grazia Deledda svolti sino ad oggi, a ricordo del convegno internazionale su Grazia Deledda a cento anni da “Canne al vento”.
Dopo la chiusura del convegno la sala conferenze della Casa del Volontariato di Monza, in cui si sono svolti i lavori, è stata intitolata a Grazia Deledda, con l’apposizione di una targa, scoperta dalla presidente della Casa del Volontariato, Assunta Betti, e dall’Assessore provinciale all’Istruzione e alle Politiche Sociali, Giuliana Colombo. La targa riproduce il Murales realizzato dal pittore sardo Gian Pietro Bernardini di Villamassargia in un muro di Monza, che sarà inaugurato il 6 ottobre 2013 con una festa del folklore nel centro di Monza ed un gemellaggio culturale proposto tra Monza e Nuoro e tra Vimercate e Galtellì con visita a Nuoro ai luoghi e al Parco Deleddiano di Galtellì, a conclusione del progetto: “GRAZIA DELEDDA, UN PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA, DALLA SARDEGNA ALLA LOMBARDIA”.
Un sontuoso buffet deleddiano con prodotti agropastorali di Galtellì, il famoso paese chiamato Galte in “Canne al vento”, ha concluso la bella mattinata culturale, dopo tre ore di intenso dibattito, animato da apprezzati studiosi di Grazia Deledda, assieme alla pronipote di Grazia Deledda, Grazia Madesani Deledda, a sua madre e a suo figlio, tutti residenti a Monza, con il fratello Edoardo Madesani Deledda.
(20-03-2013)

A Monza, i relatori del Convegno su Grazia Deledda, 17 marzo 2013