Un altro mattino
di Franco Maccioni

Il mattino appena nato
odora di petrolio,
e sulla strada carica
di polvere nera,
quasi di fuliggine
che ti ferisce gli occhi,
come nello scrutare attento
del giorno che trascorre lento,
pensi di farcela e resisti!
E fontane e rivoli d’acque
nella memoria ritornano,
e dolci ricordi del passato
racchiudono scrigni
di pietre preziose,
lasciando intravedere ombre
con sembianze umane
che cercano di allontanarti,
e quasi tremante cerchi
di raggiungere l’altra riva
sperando di salvarti.
Ti salvi ma ti ritrovi solo
nell’ultimo sguardo dal ponte,
e verso il mare intravedi
pescatori chini su ceste
lasciate senza null’altro
che speranze e forse
incertezze di sempre.
Poi quando il giorno finisce,
ti ritrovi dietro un bancone
tra fumo e odore
di tabacco scadente
e cadenzati passi
che riescono appena
a nascondere l’assordante
rumore di un battello
che scompare nella nebbia,
oltre la banchina,
prima che un’altra sirena
annunci un altro mattino
che forse odora di niente!

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