Teatro vuoto
              di Mario Nurchis
            Entro di soppiatto nel teatro 
              vuoto.
              Né voci né moto.
              Il compagno silenzio
              mi porta in palcoscenico
              mi indica i tendaggi
              e vado dietro le quinte
              tra carabattole, trucchi e ventagli
              e tutto è impregnato di voci
              di concitate grida
              di smorfie e sottovoci
              di rimproveri e paure
              di amnesie e scoramenti.
            Abbiamo vissuto il sogno
              respirando
              una più intensa realtà.
            Catorci e teloni strappati
              rimangono qui
              inerti testimoni surreali
              di nostre vicissitudini.
              il deserto silenzio
              fortemente dice
              dell’indispensabile vita
              di piccole umane presenze 
              animanti di spirito 
              la materia, le cose.