Per Te, Saverio
di Vittorio Falchi

(nel giorno dell'angoscia)

Ho gridato fortemente il tuo nome
al vento, perchè tu mi sentissi
ed il vento insensibile alla mia angoscia
scivolava sulle pendici dei colli e si spegneva
lentamente in deboli ovattati lamenti.

Ho gridato la mia rabbia impotente
ed il mio dolore contro un muro
di insidie, impenetrabile e sordo
che ha stroncato lo scrigno del tuo cuore.

Come eri bello Saverio, un cedro leggiadro
che s'innalza nel bosco al di sopra
di mille chiome splendenti!
Come eri bello nel tuo incedere o figlio,
come eri bello nel tuo guardare profondo
e come dolce e pacato era il tuo dire!

Hai prosciugato il cuore della madre dolente
di tutte le sue lacrime amare
e hai spento i suoi occhi attoniti
nel terrore del buio della morte.

Cosa ci sarà per noi dopo di te?
Come saranno i nostri giorni futuri
di ceppi avvizziti?
Tu, il giglio profumato del nostro
giardino d'amore!
Il vigore e la bellezza della nostra
lontana giovinezza
calato così in un attimo
nelle orrende tenebre della morte.

Oh, come ti cullerà la piangente madre
nelle sue notti insonni!
Oh, come eri rimasto per lei
sempre il suo bimbo adorato!
Ed io ammutolito ascolterò in silenzio
i suoi singhiozzi sommessi
che mi bruceranno il cuore. Ed il dolore
non sarà lieve per i miei miseri giorni.
Dolce figlio Saverio, oh dolce figlio
dolce figlio Saverio, figlio mio anzitempo perduto
figlio mio.

Roma 27- 07- 2010