Le anime confuse
de Antonio Rossi

 

I fiori sono appassiti nel giardino delle anime confuse,
il vento ha portato piume bianche di angeli affamati,
lune stanche abbracciano le stelle private della luce,
eppure io sogno, ancora sogno, di te, delle rose, del mare.

E tu vieni dal mare come piccola rondine che cerca il proprio nido
e schiudi le tue ali per indicarmi il luogo delle certezze eterne,
sei come una farfalla dipinta di straripanti colori di dolcezza
e ti accolgo nel sogno, fra le rose, fra usignoli colorati di vita.

E tu sei la vita, ancora danzi, nonostante il fango e il sangue che ci sporca,
sei la vita e sei la morte, sei l’alba e il tramonto, sei bella,
come le gazze e le colombe, come una folaga indifesa,
sei bella e ti adorni di gigli di neve rubati all’aurora.

E come i gigli ti bagni di rugiada, diventi la mia anima,
abbracci anche la morte, ti specchi dentro i fiumi,
nell’acqua sembri un bimbo, il volto dell’amore,
abbracci anche la vita, diventi il mio destino, diventi la mia ombra.

E poi come libellula arpeggiante mi porgi la tua mano
e ancora nel mio sogno inseguiamo altre farfalle,
incontriamo strani pesci che parlano del tempo,
che svelano le fiabe, che svelano i segreti dei geni maledetti.

Allora non lo so se questo è il nostro cielo o un velo di comete orripilanti,
di demoni che spiano i nostri giochi erotici, le nostre azioni illogiche e codarde,
le nostre ambigue voglie deprimenti di falcidiare il senso delle cose,
davvero non lo so se questo è il nostro cielo o il covo di un lupo inferocito.

Eppure io sogno, ancora sogno, di te, delle rose, del mare
e vedo vele d’oro che avanzano fra istrici e ippocampi senza spine,
più in fondo un orizzonte di stupendi arcobaleni di speranza,
ai lati uno stuolo di cicogne che mangiano embrioni abbandonati.

Più in là una cascata di diamanti che abbagliano i ladri delle menti,
ancora strane bocche di ariani che invocano il pane degli Ebrei,
ancora nella notte strani corvi che giocano con cigni inconsistenti,
nel mio giardino ancora piume bianche, ancora vita, ancora morte.

Ancora stelle senza luce, ancora anime confuse.

Eppure io sogno, ancora sogno, di te, delle rose, del mare.