La Madre
di Vittorio Falchi

Abbiamo coltivato rose e viole
per portarle alla tomba ove tu giaci
ragazzo mio, le tue dolci parole
più non sentiamo e nel silenzio taci.

La madre tra le sue tremanti mani
stringe le foto e di lacrime e baci
le ricolma e le bagna ed i lontani
giorni ricorda e quelle ore fugaci

quando sembrava esplodere la vita
e tutto era un rigoglio, una delizia
una gioia immensa ed infinita.

Oggi le avvolge una tristezza il cuore
e con gli occhi appannati di mestizia
guarda e non vede il suo perduto amore.

Roma 15 gennaio 2015