E’ già sera, scuriscono gli oggetti.
              La stanza attende pazientemente
              una nuova luce alla finestra.
              Riflessi rosati tingono i vetri.
            Balugina l’ultimo 
              chiarore 
              sfiorando le cime di luce diurna.
              La vanità del sole ora sbiadisce
              in uno scintillio di memoria.
            Improvviso un manto taciturno
              posa i suoi lembi sui suoni.
              Il bosco trattiene un poco il fiato
              affinché la civetta possa cantare.
            E’ l’ora in 
              cui i bambini sognano,
              il tempo in cui scrivere poesia.
              Nella notte ho un appuntamento.
              La Luna, mia figlia, mi aspetta.