Dio vestito di bianco
de Antonio Rossi

 

Nell’aria maestosa di un cielo di felini rossi nasceva il sole,
era primavera e le libellule fremevano tra i fiori sbalorditi,
sembrava un volo di cornacchie verdi ingannate dall’inverno,
era solo un sogno ed era solo un tempo di valzer sdolcinati.

I poeti scontenti si cibavano di arance e di miele scarlatto,
anche Dio come un gatto turchese dipingeva di giallo la neve,
disegnava Gioconde incostanti e baciava gli Apostoli spenti,
consolava le menti più sane e incitava le rane a danzare.

E poi si dondolava nel mare, Dio del sole e del vento,
Dio dei sensi sconvolti, Dio dei diavoli astuti,
Dio del grande universo, Dio sconfitto dai lupi,
Dio ragazzo dal cuore di pietra, Dio nel mazzo di carte bruciate.

Dio delle dolci fate schernite in un fiume di luride torte,
Dio della vita e della morte, Dio gemello del grande fratello,
Dio nell’isola piena di fame, Dio delle prostitute bambine,
Dio del sangue di Cana musulmano europeo americano.

Dio del Corano, Dio dall’aspetto strano, Dio vestito di bianco,
Dio stanco nelle immense distese pullulate di rondini inermi,
negli immensi campi anneriti dai vermi, nei perduti anni,
nei corpi degli amanti offesi dai raggi della luna (traditora)*.

Nell’immensa aurora lieve e soave come una fresca rosa,
come un velo da sposa smarrito nell’universo sconsolato,
nel Creato più creativo dei creativi della moda parigina,
nei vecchi cimiteri abbandonati, nelle lapidi fosche e divelte.

Nelle inutili lotte dei figli dei fiori, negli amori turbati,
nei volti dei bruni nazisti al cospetto dei biondissimi Ebrei,
nei corvi affamati di embrioni soggetti a infiniti tormenti,
nei dieci comandamenti ignorati a vantaggio di un clone.

Nell’Estrema Unzione impartita alle torri gemelle,
nelle stelle impazzite nel muto universo caduto in letargo,
nei fondali marini occupati da pesci malati dagli occhi deformi,
nel sangue perenne dei bimbi minori sepolti a Betlemme.

Dio delle dolci fate incastrate nei passi sbagliati di un tango,
Dio della morte e della vita, Dio fratello del grande gemello,
Dio bello come un arcobaleno stupendo abbracciato alla luna,
Dio della fortuna, Dio bello con i chiodi piantati nel fango.

Dio del Corano, Dio dall’aspetto strano, Dio vestito di bianco.


* (popolare dizionario T. De Mauro Utet/licenza poetica)