Al tempo dei giochi
di Michela Zanarella

Perdersi nell'onda molle
dei campi era un gioco
folle tra la terra e le ortiche.
Affondavo i piedi nelle buche
tra lombrichi stanchi di remare
sotto le foglie.
Era lo sparo del sole
negli occhi
a rompere il salto nelle erbe
selvatiche.
Gettavo le braccia ai rami
del cielo
spaventando il volo di fanciulli
alati.
Alte erano le mura
in cui salivo per affacciarmi
alle nuvole.
Leggevo le facce del mondo
nelle cortecce della strada
fischiando alle ombre,
come un domatore di specchi
sdraiato sulla polvere.

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