L'incèndiu...
de
Maria Antonietta Sechi

Ruiu che pappàuru,lu soli,
i lu mari è tramuntatu.
In tristura, ill'unda si z'è frundiatu
zilchendi friscura pà bugazi
di la chisgina, li neuli,
in tulbamentu di molti,
pà dirrugghjòsa fiamma.
Malaiti!! ingiuranti, mischini mani
li macci agresti inzesi ani
di la piana , la costa e la muntagna
di la nostra amata
Sandalia, Tarra, mamma.
Urùli di ita in murìa di focu aldenti
a lu zelu iustizia dumandani,
cument'ultimu disizzu
“Babbu Mannu” invocani
chì all'ommu torria lu iudiziu
e in mezu a la chisgina molta
nascia la ita, ancora una olta.

 

Traduzione dal Coghinese

Il sole rosso, infiammato come papavero
nel mare è tramontato.
Tristemente sull'onda si è fiondato
cercando frescura che gli togliesse di dosso
quelle nuvole di cenere, con sentore di morte
dei fuochi incendiari, che distruggono tutto.
Maledette, miserabili, ignoranti mani
hanno infuocato la macchia mediterranea,
dalla pianura, alla costa, alla montagna
della nostra Terra mamma, Sandalia.
Urla di vita, in moria tra le fiamme,
si elevano al cielo e chiedono a Dio
giustizia e come ultimo desiderio
che l'uomo metta giudizio
perchè in mezzo alla cenere morta
possa rinascere la vita, ancora una volta.