ANNOADAS

Sicca istula
inchesa
dae intemperios
de fogu.
Brundu restrugu
uscradu
foguladu!

Sa terra!
Costoit granu!

Ismurinat colada die
e a s'alvorinu
ponet lentore
colat atonzu
e tempus malu
e in su eranu
rupit sa terra
sirionit su granu.

Sas tulas
dae entos
triuladas
laccheddana
trigos
e isetana
a terra ispozzada
de essere
carpidas
dae arvadas.

E su prantone
ilmuzzurradu
dae frundas bruiadas
rimpuddidi
de irdes pubusones
e in sa coglia
sas fertas
cunzadas
dae frores
enin cuguzzadas.

Gianne Chessa (09.10.04)
larentufois@tiscali.it

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Nota - Leggo delle frasi apparentemente costruite su parole sarde ricercate che, non fosse che ho vissuto in parte gli stessi momenti (periodi) di chi scrive, le riterrei un artificio poetico in cui ogni sillaba ha dipersestessa un significato compiuto e bastano singolarmente a esplicitare diversi contenuti.
Quello che mi turba è il senso compito delle sillabe legate fra di loro in frasi, in versi; quando il significato finale è l'attribuzione a se stessi di una precisa "ragione" esulando da verità storiche e da quelle mezze verità che potrebbero portare ad una maggiore comprensione. Questo quando il "senso" coinvolge persone o cose, che essendo dalla parte dell'altra "mezza verità, hanno vissuto gli stessi sentimenti senza necessariamente esserne succubi.
In verità credo che come esistano persone che giocano "chin sa tirria" ne esistano altre che cercano di far germogliare i semi inibiti dalla stessa.
E anche quando si brucia l'erba verde vi sarà sempre un seme che resisterà quelle temperature e germoglierà.