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Il Circolo culturale sardo "Logudoro"
di Pavia
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ha ricordato l'archeologo
Antonio Taramelli
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Nel pomeriggio di
sabato 23 ottobre 2010, il Circolo culturale sardo "Logudoro"
di Pavia, presieduto da Gesuino Piga, ha commemorato presso la sede sociale
la figura di Antonio Taramelli a 70 anni dalla morte. Antonio
Taramelli (Udine, 14 novembre 1868 – Roma, 7 maggio 1939) è
stato un importante archeologo italiano. Figlio del geologo Torquato Taramelli
(cui è intitolato un Liceo scientifico di Pavia), è noto
soprattutto per le sue ricerche in Sardegna. Dopo la laurea in lettere
conseguita all'Università di Pavia e il diploma in archeologia
presso la Scuola Nazionale di Archeologia, intraprese la sua carriera
nell'ambito della ricerca archeologica e della tutela e conservazione
dei beni culturali. Fra gli incarichi da lui ricevuti vi furono la direzione
del museo di Cagliari e la direzione degli scavi archeologici nel territorio
del capoluogo sardo. Il suo ambito di competenza arrivò a comprendere
l'intera regione quando divenne "Sovrintendente di I classe agli
scavi e musei archeologici della Sardegna". Fu attivo anche in ambito
accademico: si dedicò all'insegnamento nell'Università di
Cagliari occupando la cattedra di archeologia come professore incaricato.
Fu accolto come membro nell'Accademia dei Lincei, un grande riconoscimento
gli giunse anche quando ricevette la nomina a senatore del Regno.
Ha tenuto la relazione il prof. Alberto Moravetti dell’Università
di Sassari, dove è Ordinario di Preistoria e Protostoria presso
la Facoltà di Lettere e Filosofia.
Il prof. Moravetti ha definito il Taramelli "certamente il più
grande archeologo che abbia operato in Sardegna nella prima metà
del Novecento". I suoi studi, le sue ricerche e le sue scoperte sono
ancora alla base della moderna ricerca archeologica in Sardegna, prima
affidata ad appassionati e cultori, più o meno eruditi, ma privi
di una qualsiasi metodologia scientifica. Inoltre, il Taramelli ha avuto
il grande merito di avere sempre pubblicato i risultati dei suoi scavi
– con ricco corredo grafico e fotografico – in riviste prestigiose,
contribuendo in questo modo alla diffusione della preistoria e protostoria
della Sardegna in Europa. Ed è proprio per il valore dell'opera
infaticabile del Taramelli che il prof. Moravetti ha voluto ristampare
(nella collana "Sardegna archeologica" da lui diretta per l'editore
Carlo Delfino di Sassari), in quattro volumi, tutti i suoi contributi
più significativi; inoltre, sempre nella stessa collana, il prof.
Moravetti ha curato nel 1993 la ripubblicazione delle "Carte archeologiche
della Sardegna" compilate dal Taramelli e gli Atti del Convegno archeologico
tenutosi in Sardegna nel 1926.
L’Università degli Studi di Pavia è stata rappresentata
dal prof. Maurizio Harari, Straordinario di Etruscologia e di Antichità
italiche, il quale ha riferito su alcuni documenti relativi a Taramelli
presenti nell' Università di Pavia (una campionatura di cocci,
anche micenei, raccolti in Grecia; e tre suggestive fotografie relative
al Nuraghe Losa di Abbasanta).
(25-10-2010)
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