Perché L’AVIS A Bolotana.

La talassemia è forse, indirettamente, un retaggio di quella specie di maledizione biblica, che è stata per secoli per la Sardegna la malaria.

La zanzara trovava un sangue ricco di emoglobina e quindi più appetibile nelle persone sane, che più facilmente venivano colpite dalla malaria e tra esse venivano mietute più vittime. Venivano invece in parte risparmiati i portatori del gene talassemici, che si sono moltiplicati nei secoli. Attualmente essi in Sardegna sono circa 250-300 mila.

La contemporanea presenza di anemie croniche, quali la talassemia e il favismo, fa si che il fabbisogno di sangue in Sardegna sia molto elevato. Oltre il 60% è destinato alle periodiche trasfusioni dei circa 1500 talassemici.

Consapevole, della drammatica situazione che la nostra isola sta attraversando, e delle gravi difficoltà che abitualmente debbono sostenere per la carenza di sangue, alcuni concittadini (due ragazze affette da talassemia e un signore colpito da una forma grave di leucemia). Luigi Ladu, donatore iscritto da alcuni anni all’AVIS di Nuoro, nel 1987 facendo opera di sensibilizzazione al grave problema, riesce a costituire un gruppo promotore  che, malgrado le varie difficoltà immaginabili, nel giro di pochissimo tempo, crea le condizione affinché anche a Bolotana il 14 novembre dello stesso ’87 si costituisca la Sezione AVIS, la sesta della provincia di Nuoro.

 

In cosa si caratterizza il donatore AVIS.

Anzitutto: la donazione deve essere gratuita. In secondo luogo: la donazione deve essere anonima. In base a questo principio il donatore non sa a chi va il suo sangue, né il beneficiario da chi lo riceve. Nessun rapporto di riconoscenza si stabilisce tra questo e quello, nessun rapporto di dipendenza neppure psicologica. E’ generosità pura. Ciò nobilita il donatore come uomo. La donazione del Socio AVIS è infine periodica. E’ un carattere questo che richiede qualche precisazione. Poiché la legge impone che debbano trascorrere non meno di 90 giorni tra una donazione e la successiva, una persona potrà effettuare al massimo 4 donazioni all’anno. Tale frequenza è però difficilmente raggiungibile. Infatti, ogni volta, prima del prelievo, il donatore è sottoposto ad una visita medica accurata e se le sue condizioni fisiche non sono perfette il prelievo non verrà effettuato; che sia raffreddato, o che stia effettuando una cura, o che abbia la pressione al di sotto o al di sopra di un certo valore, o per altre cause che sarebbe lungo elencare, perché il distacco dalla precedente donazione aumenti, spesso anche notevolmente. Possono anche intervenire talvolta validi ragioni personali o familiari. Normalmente, per un buon donatore, la periodicità è di 3 donazioni all’anno. Le analisi accurate cui, ad ogni donazione, il donatore viene sottoposto, costituiscono per lui beneficio da non sottovalutare.

 

Il dono del sangue e la scuola.

La scuola è il più vecchio ed efficace mezzo della comunicazione di massa; non a caso è stata ed è oggetto privilegiato dell’attenzione di forze politiche e di quanti intravedono in essa una struttura capillare e comoda per la diffusione di idee e messaggi che con l’educazione, a volte, hanno poco a che fare. La scuola: teme le strumentalizzazioni, si rifiuta ai giochi di potere e alle campagne pubblicitarie. Più che con sdegnoso od arrogante isolamento è la coscienza del proprio ruolo educativo a convincere la scuola a mandare deserti tanti appelli che da ogni parte le giungono a farsi veicolo di informazioni e coscienze, le più varie ed effimere.

Ciò non deve accadere – e in effetti non accade – per la donazione del sangue. Sono le sue stesse finalità educative, il suo stesso riferimento al sociale, a far distinguere in positivo alla scuola questa richiesta di collaborazione dalle tante altre che le giungono, spesso palesemente non disinteressate. E in effetti la scuola ha già generosamente risposto a questo appello, consapevole dell’importanza che le scorte di sangue hanno per la salute individuale e per il benessere sociale e consapevole, al tempo stesso, della debole presa di coscienza collettiva del problema che fa a tutt’oggi mancare nel nostro paese un milione annuo di preziose donazioni.

La fragile consapevolezza dell’importanza del sangue come mezzo terapeutico prezioso per molte malattie di rilevanza sociale è testimoniata dal fenomeno dei donatori occasionali, generosi e pronti in occasioni di eventi eccezionali e della forte spinta emotiva che determinano, e dalla mancanza di un consistente numero di donatori periodici che con le loro ripetute e programmate donazioni, consapevolmente effettuate sulla base della conoscenza del problema, fuori da ogni affettività, permettono la costituzione di stabili scorte di sangue per i bisogni medici ed ospedalieri. Questa fragile consapevolezza dell’importanza ed essenzialità del sangue, questo timido, o apprensivo, o addirittura fobico comportamento verso la donazione di esso, è dovuto essenzialmente a mancanza di coscienza, a insufficiente o distorta informazione. Ed è a questo proposito che la scuola è chiamata nuovamente in causa per la sua presenza attiva, più incisiva e responsabile che no fino a oggi: una presenza che è stata generosa e impegnata in alcune realtà (vedi Bolotana), debole o assente in altre, sistematica di alcuni insegnanti – per lo più anch’essi donatori di sangue – e occasionale e superficiale in altri che hanno, si, accolto l’appello, ma vi hanno assolto con un intervento sul momento, isolato in se stesso, con una informazione non risolta in apprendimento effettivo tradottosi in comportamento stabile.

L’AVIS, compie una capillare, difficile e meritoria opera promozionale per la donazione del sangue, cui si affiancano programmate campagne di informazione; questa promozione ha però bisogno di una cassa di risonanza, attraverso un’informazione sistematica e una disponibilità continua. Tutto questo può garantirlo la scuola, agenzia educativa fondamentale cui spetta il compito non rinunciabile di promuovere la compiuta ed equilibrata personalità del discente anche e soprattutto attraverso l’educazione alla salute, di cui la donazione del sangue è qualcosa di più che un’occasionale appendice.

L’AVIS bolotanese, è riconoscente verso tutto il gruppo docente dell’Istituto Comprensivo di Bolotana, per aver sempre dato, anche con azioni concrete un notevole contributo, alle finalità istituzionali dell’associazione.