Ventanni insieme
          di Fina Mameli *
        
          Troppo tempo occorrerebbe per tracciare, anche se a grandi linee, la 
          storia dell’AVIS a Bolotana da quel lontano 1987, e per ricordare 
          questo evento abbiamo pensato di stampare questo opuscolo, che pensiamo 
          rappresenti per i donatori motivo di grande orgoglio.
          E per me un grande onore essere presiedente dell’AVIS di Bolotana. 
          In questa veste è mio compito condurre i festeggiamenti della 
          ricorrenza del ventennale di costituzione della nostra associazione. 
          In questo momento ritengo di dover ringraziare il presidente che mi 
          ha preceduto, ed attualmente presidente onorario il signor Luigi Ladu. 
          Un doveroso e sentito ringraziamento a tutti i componenti del direttivo, 
          grazie ai quali riesco ad andare avanti nell’incarico affidatomi, 
          e a tutti i soci che hanno contribuito con un fortissimo senso di altruismo 
          a tenere in piedi una grande realtà come l’AVIS.
          La nostra sede oltre ad essere impegnata nel nostro comune, opera anche 
          nei paesi di Ottana, Orotelli e Silanus, per un totale di 123 iscritti 
          di cui 16 della comunità Silanese e 3 del comune di Ottana, grazie 
          ai quali è stato possibile conferire al centro trasfusionale 
          dell’ospedale San Francesco di Nuoro annualmente circa 200 sacche 
          di sangue intero.
          Sono consapevole che si dovrebbe fare di più, per soddisfare 
          il fabbisogno dei Talasemici, e non solo, presenti nella nostra isola.
          Per questo motivo mi rivolgo in modo particolare a tutti i giovani affinché 
          si avvicinino all’AVIS. Donare il sangue, una piccola parte di 
          noi, oltre ad aiutate chi soffre, in tanti casi salva la propria vita.
          A conclusione di questo breve pensiero mi resta da esprimere un desiderio 
          personale, sperare che un giorno nei centri trasfusionali della Sardegna, 
          e del mondo intero si possa raggiungere l’autosufficienza.
          E dal profondo del cuore vi dico, provate almeno una volta nella vostra 
          vita a compiere questo gesto ineguagliabile.
          Viva l’AVIS.
          
        * Presidente Avis Bolotana
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        Ringraziamento
          di Francesco Manconi*
        
          Presidente, è un grande onore, in questa importante circostanza 
          poterLe esprimere a nome mio, della Giunta e del Consiglio Comunale, 
          sentimenti di sincera e profonda gratitudine per la ventennale opera 
          sociale portata avanti dalla sua benemerita Associazione.
          Il ringraziamento e la mia personale stima va estesa a tutti i dirigenti, 
          ai soci, ai donatori volontari che nel tempo, si sono prodigati con 
          grande spirito di abnegazione e generosità a far assurgere l’associazione 
          che Lei presiede a realtà prestigiosa ed imprescindibile.
          
        * Sindaco di Bolotana
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        La Scommessa
          di Luigi Ladu*
        
          La donazione del sangue, sin dalla mia infanzia, mi è sempre 
          apparsa come un umile gesto, che una persona in buona salute, ha il 
          dovere di elargire a favore di soggetti meno fortunati, che non per 
          loro volontà, ma per un triste destino, necessitano di una sacca 
          del prezioso liquido. Questo, mi ha consentito di rivolgermi saltuariamente, 
          presso un centro prelievi e stendere il braccio, prima in modo timido, 
          poi sempre più convinto, diventando donatore periodico. Il fatto, 
          ha maturato in me, la convinzione di avvicinarmi verso l’Avis, 
          la nobile associazione, costituita nel lontano 1927 con profonde basi 
          dall’indimenticabile Vittorio Formentano, sodalizio, sempre in 
          prima linea nel portare in evidenza il problema sulla carenza di sangue 
          e quindi vicina al mio modo di pensare e di essere. 
          Iscritto alla comunale di Nuoro, in seguito, entrato a far parte dell’Esecutivo 
          provinciale, con un incarico stimolante che si addiceva proprio alla 
          mia personalità “Addetto Attività e Propaganda” 
          con il compito di seguire i gruppi aziendali e la costituzione di nuove 
          sezioni. 
          Orgoglioso e rispettoso del mio incarico, sponsorizzato da tanti amici 
          Avisini, cercai di allargare il numero delle sezioni nel nuorese. 
          Il fiorire di nuove e dinamiche realtà, gratificava maggiormente 
          il mio impegno in seno al gruppo, che in qualche modo consideravo parte 
          integrante della mia famiglia. 
          Con la diffidenza di tanti operatori del settore “Bolotana 
          ha sempre fallito, nelle poche volte che si è potuta organizzare 
          una raccolta di sangue” e la fiducia di pochi, tra questi 
          Giovanni Manca, allora alla presidenza provinciale dell’associazione, 
          si organizzò la prima visita Avis con autoemoteca in paese. Il 
          risultato fu eclatante per la partecipazione e il numero delle sacche 
          raccolte. 
          Questo, fu un vero stimolo, per iniziare una ricerca di adesioni e quindi 
          costituire anche a Bolotana la sezione Avis, e porre così fine, 
          a quel fastidioso senso di sottomissione, a cui era sottoposto suo malgrado, 
          il fruitore, quando casualmente, incontrava per la strada un donatore 
          occasionale. 
          Con alle spalle l’Avis, tutti potevamo essere donatori e nello 
          stesso momento beneficiari, e pertanto, senza nessun obbligo di riconoscenza 
          verso altri, poiché era l’associazione in primis che interveniva 
          e non il singolo. 
          Certo, non essendo nativo di Bolotana, non avendo ancora una conoscenza 
          piena delle varie espressioni locali, mi sembrava tutto più difficile, 
          poiché, anche in questo caso, non erano in molti a scommettere 
          sulla riuscita del progetto. “Sai Luigi, Bolotana è 
          sensibile a questo problema, ma è restia all’idea di legarsi 
          a qualsiasi tipo di organizzazione con precise regole, pertanto, scordati 
          l’idea di costituire la sezione”, questo a grandi linee 
          è quanto mi sentivo continuamente dire. Col consenso di pochi, 
          inizia egualmente la sfida. In quel momento, l’aiuto più 
          importante mi fu dato da una persona che, donatore di sangue, non sarebbe 
          mai potuta divenire, poiché ritenuta non idonea per motivi di 
          salute: Mariangela Ninniri, è il suo nome.
          Nella piazza principale del paese, Mariangela, aveva una sua attività 
          commerciale, e quello fu un punto di riferimento per tutta l’organizzazione, 
          dove io, potevo lasciare schede per l’iscrizione, modulistica 
          varia e fissare eventuali incontri con i probabili associati. 
          Raggiunto il numero necessario degli iscritti, in data 11 ottobre ’87, 
          inviammo una domanda all’organismo provinciale con l’invito 
          di deliberare la costituzione della nuova sede periferica, il tutto 
          si decise in pochissimo tempo con la delibera che avvenne il 31 dello 
          stesso mese, così fissammo la data costitutiva per il 14 novembre. 
          In quella circostanza, nella partecipata assemblea, si moltiplicarono 
          in modo straordinario gli aderenti all’associazione. 
          Costituita la sezione Avis, si utilizzò come sede la mia abitazione, 
          questo sottoponendo la mia casa a un continuo via e vai di donatori 
          e amici, certo, molto più semplice per il sottoscritto ma, per 
          evitare che la cosa potesse sembrare una struttura strettamente personale, 
          occorreva al più presto trovare dei locali alternativi, per poterci 
          ospitare, nello stesso momento, occorreva adottare una politica di proselitismo, 
          richiamando in continuazione, all’attenzione della comunità 
          al problema istituzionale che ci eravamo preposti.
          Dopo una serie di svariate e illusorie promesse, ecco che, l’allora 
          presidente della Usl n. 6 Romano Benevole, ci mise a disposizione un 
          locale ormai in disuso, e per di più, si fece carico dei lavori 
          per la sistemazione logistica finalizzata alla nostra attività, 
          ancora oggi, quella è la nostra casa. 
          Gratificati per le sempre più produttive risposte da parte dei 
          donatori, si pensò che, occorreva investire sui giovani, e così 
          puntammo molto sui ragazzi sia nell’ambito scolastico che sportivo. 
          Per quanto riguarda la scuola si iniziò un discorso favorevole, 
          avendo la disponibilità concreta e la sensibilizzazione del gruppo 
          docente. Si programmarono conferenze e concorsi vari, che sicuramente, 
          ancora oggi si hanno i positivi riscontri.
          Nell’ambito dello sport, organizzammo il “Trofeo Avis” 
          una corsa su strada, che portò a Bolotana i big dell’atletica 
          nazionale e internazionale. 
          Con lo spirito di erogare un servizio per i ragazzi e distoglierli dai 
          pericoli che in giovane età si corrono in realtà carenti 
          di idonee attività ludiche, proponemmo la vita salutare dello 
          sport, questo, con una disciplina non ancora presente, consapevoli che, 
          sarebbe stato anche un sicuro investimento poiché, potrebbero 
          essere i probabili donatori del domani, così, costituimmo un 
          gruppo sportivo, regolarmente affiliato alla Federazione Italiana di 
          Atletica leggera col numero NU 101, questo è ancora oggi nel 
          vivo della sua attività col nome di Polisportiva Olimpia. Sempre 
          nell’ambito ricreativo, si diede vita alla squadra di calcio Avis, 
          che puntualmente, partecipava ai vari tornei, che si proponevano nel 
          paese.
          Le sacche di sangue riversate al Centro Trasfusionale diventavano sempre 
          più numerose, e così, spinti dall’animo di chi vuole 
          offrire qualcosa in più, programmammo con la collaborazione dell’Organismo 
          provinciale delle raccolte di sangue, anche nei paesi limitrofi, sensibilizzando 
          inoltre, quelle realtà e ponendole nelle condizioni affinchè 
          si moltiplicassero le sezioni Avis.
          Questi sono alcuni input utilizzati, segnali che, hanno dato dei risultati 
          straordinari, e che nonostante il tempo trascorso, sono sicuramente 
          ancora attuali e spendibili nel proseguo del percorso. 
          A distanza di tanti anni, possiamo dire con certezza, che la scommessa 
          è stata vinta, questo, in barba a quanti non credevano nel progetto. 
          La riuscita dell’evento, ci fa capire che, se le motivazioni sono 
          valide, con una costante guida che va avanti con umiltà e la 
          dovuta determinazione nell’intraprendere le risoluzioni adottate, 
          la sensibilità dei bolotanesi è forte, continua e per 
          di più stimolante. Per questo, consentitemi un grandissimo grazie, 
          a quanti, hanno condiviso o comunque abbracciato questo bellissimo e 
          straordinario percorso. 
          Dati conseguiti sull’attività svolta, ed eventuali iniziative, 
          presenti e future, saranno gli attuali dirigenti a fornirvele, il sottoscritto 
          si è limitato a ricordare il momento di partenza di questa meravigliosa 
          creatura, che oltre a contribuire notevolmente a risolvere il problema 
          sangue, ha certamente reso a tutti noi, qualcosa in più, sia 
          nell’ambito culturale che umano, restituendoci, più di 
          quanto noi stessi abbiamo dato.
         
        * Socio fondatore e Presidente 
          Onorario Avis di Bolotana
        ========================
        
          “A piccoli passi scriviamo la storia......”
          di Rina Latu*
        
          Ricorre quest’anno l’80° anniversario dell’AVIS, 
          nata a Milano nel lontano 1927.
          L’Avis Comunale di Bolotana si racconta attraverso i suoi primi 
          20 anni. 
          La sede di un piccolo paese della Provincia di Nuoro fa parte integrante 
          della storia del Volontariato del Sangue, tessera importante di un mosaico 
          in continua crescita e cambiamento per dare corpo al grande quadro della 
          solidarietà, intessuto da persone sensibili, discrete, silenziose 
          che hanno deciso di “farsi carico dell’altro”.
          Sono fiera di poter affermare che i Soci di questa piccola grande Sede, 
          stanno contribuendo, col loro dono e con le loro iniziative, alla costruzione 
          di quell’Uomo Solidale di cui oggi più che mai si avverte 
          la necessità. Questo opuscolo, al quale volentieri do il mio 
          contributo, fa parte di quelle iniziative per pensare insieme ad un 
          mondo nuovo possibile, e propone a tutti una seria riflessione.
          Da queste pagine si evince ancora una volta, se pure in maniera molto 
          semplice, la cultura della solidarietà, la condivisione del servizio 
          e l’attenzione verso gli altri.
          Agli amici di Bolotana va il mio grazie a nome di chi non ha voce e, 
          a coloro che vorranno soffermarsi su questi messaggi, rivolgo un invito 
          sentito:
          “Non rinunciate al valore e al piacere del dono, qualunque 
          sia la forma; venite a far parte della nostra grande famiglia dove ciascuno 
          potrà trovare spazio per stare meglio con sé stesso e 
          col suo Prossimo”.
         
        * Presidente Avis Provinciale 
          Nuoro
        ========================
        Il sangue - la donazione
          di Pier Paolo Bitti *
        
          Il sangue umano è un fluido viscoso composto da una parte liquida 
          (plasma) e da cellule (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine).
          L'impossibilità di ottenerlo artificialmente e il suo larghissimo 
          impiego terapeutico rendono il sangue sempre insufficiente.
          Questa perenne emergenza può essere superata solo con la consapevolezza 
          e la solidarietà di tutti i cittadini.
          La maggior parte di noi può donare il sangue e la maggior parte 
          di noi, almeno una volta nella vita, potrebbe averne bisogno.
        Donare il sangue può 
          davvero salvare una vita o addirittura più vite: pazienti thalassemici, 
          malati di leucemia, pazienti in gravi condizioni dopo un incidente, 
          pazienti che subiscono un'operazione chirurgica; pazienti affetti da 
          malattie per cui può diventare necessario, a giudizio del medico, 
          trasfondere globuli rossi concentrati o emoderivati (p.e. plasma o piastrine).
        Donare sangue periodicamente 
          garantisce inoltre ai donatori un controllo costante dello stato di 
          salute, attraverso visite sanitarie e accurati esami di laboratorio
        Il fabbisogno nazionale di 
          sangue intero, secondo le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità, 
          è calcolato in 2.300.000 unità, mentre quello del plasma 
          è di 850.000 litri.
          Per raggiungere queste cifre i donatori dovrebbero essere almeno 1.300.000.
          Siamo ancora molto lontani da questa cifra e perciò dall'autosufficienza.
        Soprattutto nel periodo estivo 
          si avverte un calo di donazioni, mentre il bisogno di sangue aumenta, 
          anche per il maggior flusso di turisti e per il fabbisogno di servizi 
          come, ad esempio, l'alta chirurgia e i trapianti.
        Per essere ammessi alla donazione 
          si effettua un visita medica da parte di medici esperti in Medicina 
          Trasfusionale e, su ogni donazione, si eseguono particolari esami ematologici, 
          ematochimici e virologici, nonché l’accurata determinazione 
          del gruppo sanguigno maggiore (sistema A-B-O) e sistemi minori (Rh, 
          Kell, ecc.).
        Per donare sangue bisogna 
          avere i seguenti requisiti:
          età compresa tra i 18 e i 65 anni 
          buone condizioni fisiche generali 
          peso non inferiore ai 50 chilogrammi
          Donare il sangue è un atto di sensibilità e responsabilità 
          nei confronti degli altri e di sé stessi e non comporta alcun 
          rischio per il donatore.
          Purtroppo alcune gravi malattie infettive, come epatite virale, AIDS, 
          sifilide, e altre ancora. possono essere trasmesse dal donatore al ricevente 
          (in alcuni casi, è bene autoescludersi dalla donazione: comportamenti 
          a rischio di trasmissione di malattie infettive virali controindicano 
          la donazione).
          Per questo è importante compilare in maniera assolutamente veritiera 
          e accurata il questionario pre-selezione e il colloquio con il medico 
          trasfusionista è un momento fondamentale per valutare eventuali 
          controindicazioni alla donazione.
        Il prelievo dura intorno 
          ai 10 minuti e consiste nella raccolta di circa 450 grammi di sangue.
        La donazione di sangue si 
          può effettuare a intervalli non inferiori ai 90 giorni: gli uomini 
          possono donare quattro volte l'anno, le donne in età fertile 
          due volte l'anno.
          I donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di lavoro dipendente 
          hanno diritto ad astenersi dal lavoro per l'intera giornata in cui effettuano 
          la donazione, conservando la normale retribuzione per l'intera giornata 
          lavorativa (ai sensi dell'art. 8 della legge 23 Aprile 1981, n. 155).
        Donare il sangue non comporta 
          alcun rischio per il donatore. Se hai intenzione di farlo ricorda sempre 
          che la salute del ricevente è nelle tue mani: solo tu, infatti, 
          puoi fornire le garanzie necessarie sul tuo stato di salute. Per questo 
          è importante compilare in maniera assolutamente veritiera e accurata 
          il questionario pre-selezione. Trascurare anche qualche piccolo dettaglio 
          all'apparenza insignificante potrebbe creare danni e non benefici al 
          ricevente. Il colloquio con il medico trasfusionista è quindi 
          un momento fondamentale per valutare eventuali controindicazioni alla 
          donazione.
          Esiste, infatti, il rischio che malattie infettive possano essere trasmesse 
          attraverso il sangue e i suoi derivati.
          Alcune patologie causate da microrganismi (virus, batteri, protozoi) 
          possono essere trasmesse da un individuo all'altro attraverso il sangue: 
          la trasfusione di globuli rossi, plasma o piastrine e l'utilizzo di 
          farmaci plasmaderivati (albumina, fattori della coagulazione, immunoglobuline) 
          rappresentano procedure a "rischio infezione".
          E' bene pertanto che la presenza di eventuali sintomi o segni indicativi 
          di uno stato infettivo o l'avvenuto contatto con soggetti infetti siano 
          sempre sottoposti all'attenzione del medico
        La presenza di uno stato 
          infettivo (i cui segni possono essere anche un banale raffreddore o 
          il mal di gola) in fase acuta possono dar luogo a una transitoria viremia, 
          cioè alla presenza di virus nel circolo sanguigno.
          La convivenza con soggetti affetti da alcune malattie infettive (ad 
          esempio morbillo, altre malattie esantematiche dell'infanzia) comporta 
          la temporanea non idoneità alla donazione anche in assenza di 
          sintomi, in quanto il periodo di incubazione di queste patologie può 
          essere di qualche settimana.
          La trasfusione di sangue portatore di virus, soprattutto in alcune categorie 
          di pazienti (soggetti immunodepressi, ematologici o oncologici), potrebbe 
          essere estremamente dannosa
        Il rischio infettivo più 
          temuto dai pazienti trasfusi è quello da HIV (virus responsabile 
          dell'AIDS), da HBV (virus responsabile dell'epatite B) e da HCV (virus 
          responsabile dell'epatite C).
          Oggi i test di laboratorio per la diagnosi di queste malattie sono estremamente 
          sensibili e specifici e consentono di rilevare la presenza del virus 
          nel sangue poco tempo dopo l'infezione: le nuove tecniche di biologia 
          molecolare possono addirittura ricercare la presenza di frammenti dell'agente 
          infettante nel sangue. Esiste tuttavia un piccolo lasso di tempo in 
          cui il virus presente nell'organismo non è rilevabile dai test 
          di laboratorio: è il cosiddetto "periodo di finestra diagnostica".
          E' proprio per ovviare a questo limite dei test che durante il colloquio 
          tra il medico e il potenziale donatore deve essere attribuita particolare 
          attenzione ad alcuni comportamenti considerati a maggior rischio (assunzione 
          di sostanze stupefacenti, rapporti sessuali a rischio, rapporti sessuali 
          o convivenza con soggetti positivi per epatite B, epatite C o AIDS ma 
          anche l'esecuzione di tatuaggi o piercing)
        Diventare donatore di sangue 
          è anche un'ottima occasione per tenere sotto controllo sé 
          stessi e per scoprire, ai primissimi sintomi, patologie "silenti". 
          Ad ogni donazione, infatti, vengono effettuati i seguenti esami: 
          • esame emocromocitometrico completo 
          • controllo transaminasi 
          • sierodiagnosi per la lue 
          • HIV Ab 1-2 
          • HBs Ag 
          • HCV Ab 
          • HCV RNA-NAT
          Per il donatore periodico altri esami di laboratorio e strumentali sono 
          eseguiti a scadenza annuale. Esistono poi condizioni patologiche o comportamentali 
          non compatibili temporaneamente o definitivamente con la donazione in 
          quanto dannose per il donatore, per esempio: 
          • cardiopatie 
          • ulcera gastrica o duodenale 
          • anemia
          Sono causa di sospensione temporanea quelle condizioni per le quali, 
          trascorso il periodo di non idoneità, si può riprendere 
          l'attività di donazione, ad esempio: 
          • sindrome influenzale 
          • faringite (mal di gola) 
          • gastroenteriti 
          • alcuni tipi di terapia (antibiotici) 
          • interventi chirurgici 
          • viaggi in zone tropicali 
          • gravidanza
        La vita non ha prezzo,
          donare il sangue non costa nulla
         
        * Direttore del Servizio di 
          Immunoematologia e Trasfusionale della ASL 3 Nuoro