  
      Il più recente 
        scritto di Gerardo Severino, capitano della Guardia di Finanza, direttore 
        del prestigioso Museo Storico del Corpo e capo sezione dell’Ufficio 
        Storico delle Fiamme Gialle, è apparso sul numero di febbraio 2013 
        del mensile “Sardinews” ed è intitolato “Giorno 
        del ricordo 2013. Così furono trucidati nove finanzieri guidati 
        da Efisio Corrias di Decimomannu. Un appuntato sardo caduto nella trappola 
        dei partigiani sloveni nella zona di Cividale del Friuli”: cfr. 
         
        http://www.sardinews.it/Giorno%20del%20ricordo%202013.html 
        Con questo articolo Severino ha voluto annunciare il conferimento di una 
        medaglia di bronzo al Merito Civile alla memoria di due finanzieri sardi, 
        Efisio Corrias e Vincenzo Flore, caduti per mano slava nell’aprile 
        del 1945 alle porte di Udine, solo perché italiani. 
          
        I lettori di questo sito, dal canto loro, hanno potuto apprezzare ultimamente 
        l’ampio saggio che il capitano Severino ha dedicato al finanziere 
        partigiano Costantino Salvatore Pala, di Cheremule, la cui vicenda era 
        sconosciuta ai suoi stessi familiari. 
        Il capitano Severino continua dunque, senza sosta, il suo meritorio lavoro 
        di storico, già tradottosi – per rimanere alle sole opere 
        riguardanti la Sardegna – in due notevoli volumi: quello intitolato 
        “Un anno sul Monte Bisbino. Salvatore Corrias un finanziere 
        nel giardino dei Giusti” (Severino ha raccolto in questa pubblicazione 
        del 2007 anche la preziosa testimonianza di una signora appartenente a 
        una famiglia ebrea messa in salvo dal coraggioso finanziere di San Nicolò 
        Gerrei, che operava ai confini con la Svizzera), e quello che ha per titolo 
        “Il Contrabbandiere di Uomini” (Carlo Delfino editore, 
        Sassari, 2012) e che ci narra la storia del finanziere di Chiaramonti, 
        Giovanni Gavino Tolis, dall’autore giustamente definito “Un 
        eroe del bene al servizio dell’umanità”. 
        Severino non solo ha scritto queste due importanti opere storiche su due 
        sconosciute (prima delle sue ricerche) figure di eroi sardi ma ha soprattutto 
        firmato le proposte di conferimento alla loro memoria delle medaglie d’oro 
        al Merito Civile e, per Corrias, quella di “Giusto tra le Nazioni”, 
        una delle più pregiate e prestigiose decorazioni esistenti al mondo. 
        Se la Sardegna ha oggi un secondo “Giusto”, dopo 
        Vittorio Tredici (il podestà di Cagliari poi trasferitosi a Roma 
        e lì distintosi per aver salvato una famiglia di ebrei e protetto 
        dei partigiani), di cui tanto s’è parlato, è proprio 
        per merito del capitano Severino. 
        A leggere i suoi libri, saggi e contributi pubblicistici si comprende 
        che il capitano Severino non è uno storico qualsiasi: egli è 
        anzitutto un ricercatore, un archeologo o poliziotto della storia, un 
        uomo che ha saputo e sa sfruttare egregiamente la cosiddetta “tecnica 
        delle indagini”, maturata quand’era più giovane 
        in quel di Palermo, quando faceva parte del glorioso “Pool Antimafia” 
        capeggiato dal compianto giudice Giovanni Falcone.  
        Ed è proprio grazie a questa sua peculiare caratteristica che il 
        capitano Severino ha regalato alla storia d’Italia, e alla storia 
        della Sardegna in particolare, la conoscenza di personaggi esemplari come 
        i citati Salvatore  Corrias 
        e Giovanni Gavino Tolis, tanto per fermarci ai più significativi. 
        Diciamolo apertamente: mai prima delle indagini del capitano Severino 
        erano state rivelate tante valorose figure di uomini coraggiosi di origine 
        sarda (salvatori di altri uomini e combattenti per la libertà), 
        sottratti all’oblio del tempo e offerti all’ammirazione dei 
        conterranei.  
        Eppure – dobbiamo constatare con amarezza –, nonostante la 
        Sardegna risulti beneficiaria delle opere storiche del capitano Severino, 
        a parte la sensibilità delle riviste sarde cartacee e on line che 
        hanno ospitato i suoi scritti, nessuno – almeno sino ad oggi –, 
        ha inteso manifestare, in maniera proporzionata ai meriti, la gratitudine 
        dell’Isola a questo brillante ufficiale delle Fiamme Gialle: al 
        contrario, egli non è stato nemmeno invitato in occasione di alcune 
        cerimonie ufficiali dedicate in Sardegna agli stessi eroi da lui portati 
        alla luce.  
        Le sue ricerche vengono spesso “saccheggiate” da 
        improvvisati giornalisti e storici, i quali hanno raccontato ai propri 
        lettori le vicende di Corrias e di Tolis senza sentirsi nemmeno in dovere 
        di citare la fonte delle notizie: per l’appunto le ricerche (spesso 
        faticose e laboriose) svolte dal capitano Severino, finanziere prestato 
        alla Storia (a questo proposito Severino ama dire: «Strano destino 
        accomuna gli storici agli archeologi: entrambi vengono soppiantati dalle 
        loro stesse scoperte, delle quali si appropriano, invece, e comodamente, 
        uomini e istituzioni»). 
        Nonostante i mancati riconoscimenti pubblici nell’Isola, il capitano 
        Severino ha completato la ricerca su altri eroi sardi per i quali saranno 
        annunciate a breve nuove importanti onorificenze. Gerardo Severino è 
        stato in Sardegna più volte, organizzando assieme ai suoi colleghi 
        del Comando Provinciale di Cagliari e di Sassari ed insieme al Dipartimento 
        di Storia della stessa Università di Cagliari, considerevoli eventi 
        culturali: mostre, convegni e conferenze, grazie ai quali ha portato fra 
        gli studenti non solo la storia degli eroi prima citati, ma anche quella 
        delle stesse Fiamme Gialle, che è poi anche quella del nostro Paese. 
        Nella sua ricchissima bibliografia, consultabile anche in Internet, molti 
        sono gli articoli dedicati alla Sardegna, terra che ama moltissimo anche 
        per alcuni legami familiari che lo portano a Nuragus (paese d’origine 
        di un suo carissimo zio). Se ne potrebbero citare molti, alcuni dei quali 
        relativi a fatti storico-militari inediti, ma anche ad aspetti di cultura 
        generale (uno riguarda l’etimologia della denominazione della città 
        di Buenos Aires: cioè la devozione dei navigatori spagnoli verso 
        la Madonna de los Buenos Aires, ovvero la Madonna di Bonaria 
        venerata a Cagliari).  
        È sperabile che la Sardegna onori prossimamente, in modo adeguato, 
        il suo debito di riconoscenza nei confronti del capitano Gerardo Severino, 
        il quale non vorrebbe più citare la celebre morale (tratta dalla 
        favola “Il Pellegrino e il Platano”, di Luigi Fiacchi 
        detto Clasio) secondo la quale:  
        «Rinfacciare il peccato | Altrui mai non conviene; | Ma rinfacciarlo 
        a chi ti fa del bene, | È da solenne ingrato».  
        (06-03-2013) 
       |