I nuraghi

I nuraghi, imponenti costruzioni rocciose risalenti 1.500-2.000 prima di Cristo, mantengono un ruolo importantissimo nel paesaggio sardo. Attualmente se ne contano in buone condizioni circa settemila, ma all'origine, il loro numero doveva essere certamente molto più rilevante. Il nome indubbiamente deriva dal vocabolo "nurra", che sta a significare "mucchio", "accumulo", o "cavità". Probabilmente, proprio per questo doppio significato che il termine è stato accostato alla forma del nuraghe, un'erezione venuta su per "accumulo" di grossi massi con maggior parte dell'interno occupato da una camera coperta a cupola e di conseguenza "cava".
Sostanzialmente sussistono due disegni di nuraghi, che corrispondono a due filoni costruttivi, diversi. Il primo filone a tholos: ha la camera circolare coperta dalla falsa cupola. Questo è quello che può identificarsi classico, poichè è il più diffuso e che ha maturato esemplari quasi armonici, poichè rivela una componente orientale, anatomico-egea, che si esprime nel gusto della linea circolare e della tecnica ad aggetto tradotta nell'ogiva.
Mentre il secondo tipo denominato nuraghe a corridoio, il vano è costituito da un lungo e stretto andito a copertura piatta che attraversa, per tutta la parte della lunghezza o della larghezza, il corpo costruttivo che è di figura rettangolare o subquadrangolare o ellittica, solo eccezionalmente circolare. In questo si vede la componente occidentale di gusto dolmenico-rettilineo o a "trilite".
Con il passare del tempo annotiamo che il nuraghe a tholos presenta delle continue e innovative evoluzioni tecniche e formali, mentre la forma del nuraghe a corridoio rimane sostanzialmente allo stadio elementare. Il nuraghe era tra le altre utilizzato come torre di vedetta, consentendo di sorvegliare i campi coltivati e gli armenti da una posizione sicura. Ma sicuramente, riusciva anche a controllare una zona circoscritta alla proprietà di famiglia e a far parte di un ampio sistema fortificato destinato a difendere un intero distretto.
Il suo scopo principale in ogni modo fu prevalentemente militare e strategico. Infatti, le tribù nuragiche, impegnate tra loro in un'incessante guerriglia, utilizzarono il nuraghe come rocca, che doveva riparare dai continui assalti e come postazione dal quale partivano le schiere armate per assalire. Alcuni nuraghi sono sviluppati persino in un complesso di cinque torri, una centrale a tre piani e quattro laterali, queste separate fra loro da un vasto cortile con serbatoio e tutte quante contenute e rinsaldate da un'unica cortina di mura. Intorno ad esse si propagano e si dilatano altre linee esterne di difesa, stabilite da una fitta serie di antemurali sostenuti da torri minori. Il sistema d'arroccamento di questa costruzione preistorica è così spiegato mediante linee di resistenza, che si restringono a mano a mano fino a addossarsi e congiungersi con il nucleo principale, raffigurato dalle torri nuragiche, che sono in relazione in un certo senso al mastio del futuro maniero medioevale.
Intorno al nuraghe si sviluppa un grande villaggio di casupole, fra queste la capanna del capo e alcuni ambienti legati a svariate attività domestiche o sacrali. Le casupole del villaggio nuragico risalgono all'ultimo periodo d'utilizzo del sito nuragico, sotto la dominazione Punica e Romana VII-VI sec. a.C.. Le casupole hanno mantenuto la struttura originale che consiste: in una pianta in genere circolare, atrio, un numero di camere che poteva variare sino a 8 ambienti, pozzo e forno. Presso l'antemurale del nuraghe s'incontrano le abitazioni che risalgono alla prima parte dell'insediamento, con una struttura monocellulare. Poi troviamo la cortina muraria esterna costruita nell'età del Ferro IX-VIII secolo a.C., si tratta in realtà di una modifica ad un antemurale che ingloba il più antico settore del villaggio età Bronzo Tardo, XI-X sec. a.C..