Sughero
di Luca Giovanni Masala

Passavo su un foglio
Come sottile lama d’inchiostro
Le mie parole piene d’orgoglio
Nel sentirmi anch’io del chiostro
Che granitico s’erge in mezzo al mare
Come scoglio isolato e possente
Come fertile terra da amare
Nel passato e nel presente.
Forte quercia che s’erge sublime
Sei tu mia Sardegna rocciosa
A te devo tutte le mie rime
Madre severa, forte ed amorosa
Che sott’agli occhi di massima patrona
Generosa ti spendi ad ogni erede
Con l’armonia che ogni luogo sprigiona
Innamorando chi lo vede.
La mano alta del vicario di Cristo
Benedice ogni tuo arbusto
Dai tuoi cespugli fioriti di cisto
Al lentischio e al ginepro robusto.
La navicella d’oro di Bonaria
A suggellare i tuoi amori più grandi
Il mare azzurro e la bontà dell’aria
Sotto al sole che a brillar comandi.
E le persone, tutte tue figlie
La loro fede, il loro cuor, la loro vita
Saran mirabili piccole conchiglie
Su di te spiaggia, bianca ed infinita.
Di questo amore mai sarò saziato
Poiché già svetta alto “i quattro mori”
E nelle pietre dei nuraghi è raccontato
Il battere dei nostri cuori.