San Biagio a Lollove
di Mons. Pietro Meloni

Scintillante rugiada mattutina
illumina il presepe di Lollove
nel sereno febbraio di San Biagio
quando al candor del mandorlo si sposa
il profumo del mirto e del ginepro
e l’abbraccio dell’umile villaggio
lieto accoglie i devoti alla sua festa.

Al suon delle campane la chiesetta
riaccende alla penombra la sua luce
che tinge di segreta nostalgia
l’ardente antica fede familiare
e s’irradia tra le esili capanne
benedette dai tre fedeli amici
Eufemia, Biagio e Maria Maddalena.

Esultante sorride il campanile
che avvista i pellegrini all’orizzonte
mentre sbucan dai viottoli del borgo
giovani madri con in braccio i bimbi
e i pastori abbandonano nei campi
gli agnellini per correre alla festa.

Tra il luccicar dei ceri il buon San Biagio
ascolta soddisfatto i dolci canti
che domandano a Dio grazie su grazie
e la Vergine guarda con amore
mani intrecciate ai grani dei rosari.

Oggi Lollove è il cuore della terra
felice per la gioia dei suoi figli
che onorano l’amabile patrono
chiedendo di guarir dal “mal di gola”
e dicon “grazie” al martire di Cristo.

Sale al cielo la lode e la preghiera
frammista al grato aroma delle carni
che esala dai fumanti pentoloni
pronti a saziar l’allegra compagnia
affamata di pane e d’amicizia.
Il simpatico aroma di San Biagio
allieta il volto e spande in ogni cuore
gocce di pace e di malinconia.

Spunta oramai la stella della sera
guarda la terra e ammira con stupore
questa famiglia che canta e sorride.


LOLLOVE – 2008