Ora scagli sassi
di Raffaele Piras


Ronzio d’insetti e gemiti di scampati
sconvolgono ancora la distesa assetata
dopo l’attentato.

Ora scagli sassi ma già sogni
il fucile, ragazzo. Il nemico
lo sa e non esiterà a spezzartelo
il sogno. Attento!
Sono la rabbia e il dolore
gli architetti della morte.
Il sangue ribolle, raggiunge
gli occhi ed acceca,
e la tua terra, la madre-terra
vestita di fango e sconforto,
non ha bisogno di altri lutti.
Già in troppi la rimpiangono
da balconi di cielo!
Per ogni caduto ha denudato
i prati per offrire il meglio
ed ora, sempre più sguarnita,
tende mani insanguinate.
Da troppo tempo assicurano
raccolti per tutte le stagioni
i suoi corpi di carne!
Aria immobile e chiazze
di papaveri l’eterna memoria.
Ma se perite anche voi, ragazzi,
periamo tutti ed a poco
servirà la sopravvivenza
di qualcuno per raccontare…
Potrà l’amore vincere l’odio
e la ragione stimare il rischio
d’olocausto che ci minaccia?

Menzione d’onore al XI Premio di Poesia “Città di Iglesias” 2009