Immobile nella profondità di campo
di Claudio Malune

Vengo a prenderti
nella deformità del flusso,
non muoverti.

Fra il gusto e il tatto,
guardarti o coglierti
con l'olfatto,
nella solitudine dei sensi
il senso s'azzera, rivivendo-
ed io inizio a percepirti
con occhi, bocca e mani
che librano –immensi- in tutt'altra
trascendenza.

Ma tu non muoverti,
rimani immobile per il corso
di mille solstizi.
Tieniti spoglia per me,
inventami un nuovo livello
di trasparenza
e non maturare interesse
per nessun'altra nostalgia,
nessun altro sguardo
che non sia il mio.

Anche se mi trovassi distante,
lontano dalla tua penombra,
non esiste stagione
che possa spegnere
il destino di due lucciole
migranti:
dopotutto,
solamente chi fugge
può tornare..