Dolce droga
di Angelica Piras

Assordante astinenza.
La testa gira, nausea avanza,
labbra e lingua inaridite,
affannano inseguendo linfa,
olfatto striscia fiutando
profumo di pelle distillata,
occhi storditi,
navigano in mari burrascosi,
onde di piacere s'innalzano,
inondando corpo asciutto.
Impellente bisogno, urge
una dose massiccia di essenza azzurra,
il tuo seme è dolce droga
per i sensi primordiali,
lo inietto nelle vene scottanti,
fluido si espande
generando un'esplosione infernale.
Voglio liquefarmi goccia a goccia,
piovere sul tuo corpo nudo
che attende,
bevi l'umore vivo,
fluisce dal profondo,
per dissetare la tua voglia di me.
Come un fuscello scosso da vento caldo,
l'anima freme dei tuoi aliti roventi,
scuotono brandelli di carne,
che invocano il tuo nome.
Orgasmi cicatrizzanti e repentini,
si sperdono
nel silenzio urlante
di sospiri irregolari,
si mescolano
nell'agonia muta
di baci affamati,
s'infiltrano
nella carnalità procace
di mani ingorde.
Non esiste disintossicazione,
per questa dolce droga,
risuona nelle alcove celate,
continuo a drogarmi,
perché è perno vitale,
di questa scarna esistenza
gravida di peccati più sontuosi.
Non voglio morire,perciò,
pecco, godo e vivo.