Dis(ispirazioni)

Da solo. Un'altra notte.
Feroce un foglio nudo mi percuote.
Nudo come rime che non tornano,
spietato come l' occhio dell'astore,
opprimente come mute parole.

Arsa la vena. Altre volte, altri
momenti sgorgava scrosci di sogni,
puledri mori per la bianca tanca,
teneri lamenti di parto
alla mia brama. Fuori
neanche un alito lambicca la notte,
nessun motore arroventa la strada
e nemmeno un cane ulula alla luna.

Affannati silenzi
rimbalzano dall'involucro di buio
alla mia sete aspra d'aprire varchi nuovi
alle tempeste che mi rodono
l' anima. E mi consumo
come frusta torcia alla fiamma calma
dell'attesa, desiderando almeno
un vagito di culla
per infrangere questa pace marcia...

Giuseppe Tirotto

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