Delirium
di Luca Giovanni Masala

Lasciami solo, non ho voglia di guardarti negli occhi. Cola ghiaccio, freddo, dalle mie membra molli, deboli e stanche nel buio della notte.
Grida acute mi rimbombano nel cranio. Agghiaccianti. Ho bisogno di calore. Tutto è spento.
Odo spettri cantare nei sussurri del vento là fuori, li sento gocciolarmi addosso, sulla spina dorsale, nel sudore. Gocce fredde…
Nessuno può sentirmi, nessuno può guardarmi. Nessuno.
Non so chi sei, non ti dirò chi sono.
E continuo a leggere pagine e pagine di parole senza senso, nulla ha significato, tutto si perde: le voci, gli spazi, i colori… nel bianco.
E quel bianco è una prigione, oscura cella d’un peccatore senza macchia. Lasciami stare.
Vivi forse nutrendoti di ombre?
Non temi la notte e i suoi silenzi?
Non risplenderai della luce del mattino…
Chi sei? …fuggirò.
Incatenato alle mie storie, alle mie colpe, al mio destino; chi m’ha colpito? Chi mi ha sorretto?
Troverai la tua strada laggiù, oltre le colline, nel buio.
Fra la pioggia, la neve ed il vento; fra rovi, viticci e fiere stanche.
Là è la tua via, scappa.