Come Alcione
di Lucia di Monaco

Nella mia rete guizzano
argentei e informi,
in sete di vita,
le fatiche dei giorni.
Con l’apice amo a
pescare fra maree
d’inchiostro
aguzze consonanti ed
abbracci di parentesi.

La bellezza di un suono
liquido e vivo
va graffiata
(divina incrostazione)
dal fondo scabro
di anfore sonanti
perdute in un naufragio
senza tempo.

Temo chi bercia
un monotono diapason
di sillabe arcigne –

brutale sirena –

per essa il dolore
dell’onda
all’alba o al tramonto
sarà sempre,

e solo,

inutile ed eterno
frastuono.

Prima classificata nella Sezione Lingua Italiana al XI Premio di Poesia “Città di Iglesias” 2009