Castelsardo
di Mons. Pietro Meloni

Fiore di luce !

Splendente
nel misterioso incanto
la visione
dell’antico castello
appare all’improvviso
alla fugace curva di Spinosa
e della Terra Bianca
illuminando
il borgo abbarbicato
alla gloriosa rocca
miniera di storia e di poesia.

Castelsardo !

Il profumo del mare
sospinto dalla brezza mattutina
fa volgere lo sguardo
all’immenso orizzonte
che confina
con l’azzurro del cielo.
E scorgi i pescatori
ansimanti sui remi verso il porto
dopo la gran fatica della notte
che guardano contenti
gli occhietti scintillanti
dei pesciolini vivi nelle reti.

Nel tremolìo dell’onde ecco la “torre”
la torre screpolata di Frigiano
annunzio del ritorno al focolare
dove il fuoco d’amore
unisce la fatica alla preghiera.

A la Pianedda
e salendo al Bastione
sorridente li accoglie
ruvido e biancheggiante
il volto
dei vetusti “ammiragli”
che han tirato da tempo i remi in barca.

E sognando ricordano la storia
del Castel Genovese
gloria grande dei Doria
splendente ancor del volto di Eleonora.
Castel Aragonese
ricorda l’allegrezza
della Castiglia e della Catalogna.
Castel Sardo
è il nome nuovo
gloria della Sardegna.

La Chiesa Cattedrale
svetta su tra le rocce
erede insigne dell’antica “Ampurias”
tempio di “Sant’Antoni di Casteddu”
che già da “minoreddu”
spirava “santità”.

Castelsardo !

Terra di agricoltori e di pastori
pescatori e artigiani
terra di fede e regale dignità !

O mite agricoltore
tu accarezzi i tralci delle viti
messaggere di gioia
e aspergi le preziose palme nane
che poi le mani d’oro
di donne prodigiose
intrecciano con arte celestiale.

O fedele pastore
col sudor della fronte
conduci ancora le tue pecorelle
all’acque cristalline
di ospitali sorgenti
all’ombra degli olivi e delle querce.

O amato pescatore
durante il giorno sempre sogni il mare
pronto ad ascoltare
la sua voce al sobbalzo di ogni onda
e la notte
tu sogni la tua sposa ed i bambini
aspettando paziente
il soffio del Levante
per tornare all’abbraccio della terra
che ti è amica e madre.

Nel borgo
si spande per le piazze e le viuzze
il buon umore
della tua gente
che con dolce sorriso
accoglie i forestieri e i vecchi amici
e svela
la grandezza del cuore.

Il vento
tuo principe e tuo re
veemente ti affatica
purifica il tuo cuore
e lo sospinge come un emigrante
che torna alla sua patria.

Il maestrale
soffia dall’Asinara
e reca di lontano
rintocchi di campane
che annunciano la pace
e la vita e la morte.

Santa Maria
nell’antica chiesetta
ti abbraccia col suo manto
e ti conduce
insieme ai confratelli
al fascino di Tergu al Lunissanti.

La “Santa Settimana”
t’immerge nell’ardita Cattedrale
a pianger per il Cristo
ch’è salito per te sulla sua croce
e discende
nel sacro “iscravamentu”
tra le braccia materne di Maria
per ridarti la vita.

Fiorellini di campo
spargono i tuoi bambini a piene mani
disegnando nell’aria
l’arcobaleno
che abbraccia terra e cielo
e dona alla tua gente
la gioia e la speranza.


Iniziata nel 1988 e conclusa nel 2018