Calda estate di fuoco
di Rosalba Satta Ceriale

Il violino tace
abbandonato
nell’angolo più buio della stanza.
E tace anche l’aria
in quest’assurda estate di fuoco.
Arsura…
Afa…
Respiro che fugge
…e fugge
e corre via
anche la poesia
aspirata e seviziata
in un vortice di fumo acre
pungente.
E rimane lo scheletro
mucchio di rottami anonimi
di sentimenti sepolti
di freschezze perdute
di innocenze scomparse…
E’ il distacco.
Il cordone ombelicale spezzato.
E’ la rottura
e sento la frattura
da un mondo che rifiuto
che non amo.
Voglio andare lontano
distante dalla bieca ipocrisia
e dalla cieca follia
che vedo …e non comprendo.

(Budoni)

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