La Notizia/////////////////////////
///////////////////////di Paolo Pulina

 

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Cara redazione degli Oscar Mondadori, la madre di Grazia Deledda si chiamava Francesca Cambosu non Cambuso!

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Parte prima
Diverse testimonianze mi hanno riferito della grande difficoltà, se non dell’impossibilità, presso le grandi aziende editoriali di livello nazionale, di operare correzioni anche minime in occasione della ristampa di una determinata opera. Facciamo qualche esempio: “una costante residenziale sarda” era evidentemente un refuso attribuibile all’autocorrezione del computer, sfuggito però a una redazione ignara del concetto, elaborato dall’archeologo sardo Giovanni Lilliu, della “costante resistenziale sarda” (cioè la continua resistenza delle popolazioni della Sardegna rispetto alle colonizzazioni subìte nei secoli e quindi la capacità di conservare i propri connotati etnico-culturali); in un altro caso di ristampa di un libro, l’ufficio editoriale si è rifiutato di inserire la data di morte dell’autore in una biografia di cinque righe della quarta di copertina! La ferrea legge del maggior guadagno possibile fa sì che si vogliono evitare complicazioni di tempo e soprattutto “rabbocchi” anche minimi del budget programmato dai manager.
Riassumo nella seconda parte di questo intervento il percorso che ha condotto all’importante risultato dell’approvazione, da parte della Commissione Cultura della Camera dei deputati, di una risoluzione che impegna il Governo a far conoscere nelle scuole italiane la figura e le opere di Grazia Deledda – colpevolmente esclusa dai programmi scolastici curriculari e non inserita neanche nel programma di letteratura italiana del recentissimo concorso per insegnanti della scuola pubblica -, e a formulare per il 2013 iniziative celebrative della grande autrice sarda e, in particolare, dell’opera “Canne al vento”, a distanza di un secolo dalla prima edizione del 1913.
Ora, partiamo da un dato: in tutte le edizioni delle opere di Grazia Deledda curate da Vittorio Spinazzola per la collana degli Oscar Mondadori (“Elias Portolu”, “Canne al vento”, “La madre”, “L’edera”, “Colombi e sparvieri”, “Cenere”, “Annalena Bilsini”, “L’incendio nell’oliveto”, “Marianna Sirca”, “La chiesa della solitudine”, “Naufraghi in porto”, “Il vecchio della montagna”, “Il segreto dell’uomo solitario”, “Cosima”), il primo paragrafo dell’introduzione dal titolo “Dalla narrativa d’appendice al premio Nobel” si ripete nelle prime pagine di ogni volume (segue poi naturalmente un’analisi specifica del contenuto e della forma di ogni singolo romanzo). Ne estraiamo una brevissima citazione riferita alla biografia della Deledda: «Grazia nacque a Nuoro nel 1871, da famiglia benestante. Le elementari furono le sole scuole che frequentò regolarmente. In seguito si abbandonò a una congerie di letture, accavallando Dumas, Balzac, Byron, Hugo, Sue, Scott, e la Invernizio».
Ebbene, la prima edizione di “Canne al vento” nella collana Oscar Classici moderni, aprile 1990, sostituisce la classica introduzione di Spinazzola con una nuova nota introduttiva non firmata, che così esordisce: «Grazia Deledda nasce a Nuoro il 27 settembre 1871, da Giovanni Antonio Deledda e Francesca Cambuso». Quel Cambuso invece che Cambosu (cognome peraltro correttamente riportato nelle Note di Antonio Baldini pubblicate come postfazione alla edizione Oscar di “Cosima”) è un pugno allo stomaco: non è un refuso ammissibile in nessun modo ma soprattutto oscura una parentela della Deledda con un altro importante scrittore e giornalista culturale sardo: Salvatore Cambosu (Orotelli, 1895 – Nuoro, 1962), figlio di Gavino Cambosu (zio materno di Grazia Deledda) e Grazia Nieddu.
Ecco quindi il nuovo, non agevole fronte: evitare che gli Oscar Mondadori, nel ristampare nel 2013 le opere della Deledda, a partire da “Canne al vento”, nella ricorrenza del centenario della pubblicazione di questo capolavoro, perpetuino questo madornale svarione.
Anche se sappiamo che non sarà facile ottenere questa correzione – mi collego all’osservazione generale che ho formulato all’inizio di questo intervento – speriamo di poter dare qualche rassicurazione in merito nel corso del convegno internazionale su “Grazia Deledda a 100 anni da ‘Canne al vento’” programmato a Monza per domenica 17 marzo 2013 dal Circolo “Sardegna” di Monza-Concorezzo-Vimercate, presieduto da Salvatore Carta.
Post scriptum. Rispetto all’edizione Oscar dell’aprile 1990, nella ristampa 2012 di “Canne al vento” attualmente reperibile nelle librerie, nella prefazione non firmata è stato eliminato l’apostrofo laddove si parla di «un’intero [sic!] villaggio» e l’etnologo citato ha il corretto cognome di Pilia (si tratta di Fernando) e non Pillia, com’era prima. Ancora un piccolo sforzo correttivo, quindi!.

Parte seconda
Il 19 ottobre 2012 da Sassari le associazioni “Se Non Ora Quando”, “noiDonne 2005”, “Donne in Carrelas” indirizzarono al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo, alla Ministra delle Pari Opportunità Elsa Fornero il seguente Appello per reintrodurre Grazia Deledda nei programmi curricolari della Scuola italiana:
«Nel programma di letteratura italiana del prossimo concorso per insegnanti della scuola pubblica sono presenti 35 scrittori maschi e una sola donna, Elsa Morante. Tra i nomi possibili della Letteratura Italiana, è assente una delle più grandi scrittrici italiane del XX secolo, il premio Nobel Grazia Deledda, peraltro ampiamente trascurata nei programmi scolastici curriculari. Esiste una cecità selettiva verso la rappresentatività femminile e verso i meriti delle donne che evidentemente colpisce anche il Ministero della Pubblica Istruzione.
Leggiamo ancora che le donne non dovrebbero chiedere una quota del 50% di presenze in tutti i luoghi decisionali, ma chiedere invece il riconoscimento del “merito”. Eppure, per questa donna sarda, neppure il premio Nobel è “merito” sufficiente.
Grazia Deledda è una donna che rappresenta le scrittrici e gli scrittori sardi che hanno reso grande la letteratura italiana. Noi vogliamo che i giovani la conoscano e la studino per il suo importante contributo culturale e che gli insegnanti delle nostre figlie e dei nostri figli la inseriscano nei programmi didattici.
Chiediamo che il Ministro dell’Istruzione reintegri Grazia Deledda nel canone della letteratura italiana nei prossimi concorsi. Per la dignità delle donne. Per il riconoscimento culturale della Sardegna».
Per le adesioni fu aperta la mail graziadeledda.snoq@gmail.com e fu creato un gruppo facebook “graziadeleddasnoq” per seguire la vicenda. Referenti indicate: Elisabetta Addis e Carmen Anolfo.

Roma, 19 dicembre 2012 - (Adnkronos) - «È stata approvata dalla Commissione Cultura della Camera la risoluzione presentata dal deputato sardo Mauro Pili e dal responsabile nazionale della cultura del Pdl Elena Centemero (e firmata anche dai deputati sardi Settimo Nizzi, Bruno Murgia e Paolo Vella) per l’insegnamento nelle scuole italiane della scrittrice nuorese Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926».
La Risoluzione n. 7-01066 del 19 dicembre 2012 impegna il Governo a far conoscere nelle scuole la figura e le opere di Grazia Deledda.
«La VII Commissione della Camera dei deputati, premesso che:
tra le donne italiane che hanno fatto la storia si deve annoverare la scrittrice nuorese Grazia Deledda, che è considerata una delle più grandi scrittrici italiane. Nel 1926 Grazia Deledda ricevette, unica italiana, il Premio Nobel per la letteratura grazie ai suoi romanzi ed in particolare all’opera “Canne al vento” di cui nel 2013 ricorrerà il centenario dalla pubblicazione;
la vita e la storia personale di Grazia Deledda appaiono particolarmente formative ed esemplari per le studentesse e gli studenti italiani sia dal punto di vista letterario sia per la capacità, straordinaria per una donna di quell’epoca, di superare l’ostilità familiare e dell’ambiente nuorese e di affermare la sua passione per la letteratura, le sue capacità e il proprio talento per la scrittura;
la scrittrice infatti nacque a Nuoro nel 1871 in una famiglia benestante, quarta di sei figli, intrappolata nella scarsa considerazione sociale in cui era relegata la donna in quegli anni. In questo ambiente le fu consentito di seguire pochi studi regolari (fino alla quarta elementare), perché all’epoca le ragazze non dovevano studiare: bastava saper fare una firma o due conti per la vendita delle uova. Grazie alla sua forza di volontà però riuscì a continuare e a coltivare, da autodidatta, gli studi letterari, imparando la lingua italiana come una lingua straniera e leggendo i grandi narratori russi, Dostoevsky e Tolstoj, i narratori francesi, Zola e Flaubert, e gli italiani Fogazzaro, D’Annunzio e Carducci. A diciassette anni, nel 1888, pubblicò il suo primo racconto in una rivista per ragazze. Sperimentò diverse forme letterarie, scrivendo versi, novelle e ben cinquantasei romanzi a cui deve la fama e la notorietà;
Grazia Deledda si occupò anche di etnologia, collaborando alla “Rivista di tradizioni popolari italiane” per cui scrisse “Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna”. La profonda conoscenza e l’amore per la sua terra, la Sardegna, le sue tradizioni e per il suo popolo, presenti in tutta la sua opera, costituiscono un elemento che evidenzia il grande valore formativo della lettura e dello studio dei romanzi dell’autrice sarda, in particolare il romanzo “Canne al vento”. Questo è anche un elemento in grado di suscitare negli studenti una pari attenzione per le loro terre e per le tradizioni locali;
altro elemento di forte valenza pedagogica ed educativa consiste nella costanza, nello spirito di sacrificio e nella perseveranza per mezzo dei quali l’autrice riuscì ad affermare il suo talento letterario, nonostante i giudizi non sempre positivi della critica contemporanea a cominciare da Benedetto Croce, superando i pregiudizi dell’epoca secondo cui “una donna scrittrice non può essere onesta”. Grazia Deledda è inoltre una figura esemplare perché seppe conservare sempre un atteggiamento modesto e riservato, non partecipando quasi mai ai ricevimenti e alle feste mondane e apparendo raramente in pubblico;
di recente è stato presentato tra gli altri al Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e al Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle Pari Opportunità Elsa Fornero un Appello dalle associazioni “Se Non Ora Quando”, “Noi Donne 2005”, “Feminas in Carrelas” perché Grazia Deledda venga reintegrata nel canone della letteratura italiana nei prossimi concorsi. Nel programma di letteratura italiana del concorso a cattedre in corso non compare Grazia Deledda. Inoltre tra i nomi possibili della letteratura italiana, è assente il nome di Grazia Deledda, peraltro ampiamente trascurata nei programmi scolastici curriculari. Sembra che esista una cecità selettiva verso la rappresentatività femminile e verso i meriti delle donne che evidentemente colpisce anche il Ministero dell’Istruzione,
impegna il Governo
ad individuare iniziative per far conoscere su scala nazionale e per far studiare nelle scuole di tutti gli ordini e di tutti gradi la figura e la straordinaria opera di Grazia Deledda per il suo importante contributo culturale e a individuare per il 2013 modalità di celebrazione dell’autrice sarda e dell’opera “Canne al vento”, di cui ricorre il centenario della pubblicazione».
Al diffondersi della notizia il Circolo “Sardegna” di Monza-Concorezzo-Vimercate, presieduto da Salvatore Carta, che da anni valorizza la figura della grande scrittrice sarda, ha espresso la propria soddisfazione: «Siamo molto contenti, perché a ottenere questo risultato, in soli due mesi, è stata la nostra socia Elena Centemero, giovane parlamentare della Brianza e membro della Commissione Cultura della Camera dei deputati.
Un grazie caloroso oltre che a Elena e ai sottoscrittori dell’Appello, va a tutta la Commissione Cultura della Camera dei deputati, con la sua Presidente Manuela Ghizzoni, al deputato lombardo Paola Goisis, ai deputati sardi Mauro Pili, Emerenzio Barbieri, Paolo Vella, Settimo Nizzi e Bruno Murgia, nonché al Sottosegretario di Stato-Istruzione-Università e Ricerca, on. Marco Rossi Doria.
Dal canto nostro, continueremo con le nostre celebrazioni, per onorare e ricordare, a Monza e in Brianza, questa nostra conterranea sarda-lombarda come noi, anche perché a Monza risiedono da tanti anni i suoi pronipoti. Tra le altre iniziative stiamo organizzando un Convegno internazionale sul tema “Grazia Deledda a 100 anni da ‘Canne al vento’ ”, che si terrà domenica 17 marzo 2013».
(20-01-2013)