La Notizia///////////////////
//////////di Cristoforo Puddu

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SA BERRITTA E IL VESTITO TRADIZIONALE MASCHILE

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I tradizionali costumi sardi, ormai indossati solamente in occasione di feste popolari, sono spesso distintivi da paese a paese. Nell’ampia varietà dell’abbigliamento femminile si caratterizzano con originalità per la vivacità dei colori e ricchezza ornamentale in filigrana; quello maschile si contraddistingue per il carattere più austero.
L’abito maschile, nella sua composizione di base, si compone di “camicia, corpetto e giubbetto abbinati ai calzoni a gonnellino e di tela infilati nelle uose (ghette)”, ma è certamente il classico copricapo de sa berritta -solitamente confezionata con panno di colore nero o in stoffa di orbace- ad assurgere a simbolo essenziale e caratteristico del costume tipico.
Sa berritta “ha struttura tubolare tronco-conica”, con una lunghezza variabile dai 50 ai 100 centimetri (berritta curtza / berritta longa) e s’indossa, a seconda della consuetudine e tradizione locale, con la punta ricurva in avanti, di fianco o lasciando ricadere l’estremità dietro le spalle.
Il costume maschile, le cui caratteristiche generali hanno uniformità in tutte le aree dell’Isola, rappresenta il carattere austero e fiero della Sardegna. Gli indumenti del vestito tradizionale maschile, oltre alla rappresentativa berritta (anche in panno rosso), sono su bentone, su zippone o su cosso, sos cartzones, sas ragas, su gabbanu e sa tzamarra (la mastrucca: antichissimo indumento usato dagli indomiti sardi dell’interno e di cui fa riferimenti sprezzanti il “colonizzatore” romano Cicerone; nei suoi scritti e nel patrocinare il magistrato disonesto Marco Scauro “rivelò la sua fegatosa ostilità contro l’sola tutta”.). I costumi che oggi conosciamo sono immutati dalla seconda metà dell’Ottocento e solo in alcuni casi variano in minimi particolari. (01-03-2011)